VideoConferenza di Tim Boyd

Care Sorelle e cari Fratelli, in questo momento, sentiamoci tutti uniti nel nostro far parte della Famiglia Teosofica. 

Ed è proprio alla Famiglia Teosofica, ma non solo, che si rivolge  il Presidente Internazionale della Società Teosofica Tim Boyd in un video che  ci ha inviato e che abbiamo inserito anche nel nostro sito internet:

Il video messaggio di Tim Boyd è portatore di una nota di riflessione e di solidarietà; la sua positività fa leva su alcune parole chiave che possono caratterizzare il momento presente, quali: autoconsapevolezza, superamento del distanziamento sociale, utilizzo del pensiero positivo e dell’immaginazione creativa, lettura, sostegno all’altro.

Tim Boyd esprime attraverso il suo dire e il suo condividere quell’aspetto pratico in cui si sostanzia la Teosofia vissuta. Un messaggio di non poco conto, che va oltre le parole pronunciate. Un messaggio davvero da ascoltare e che si conclude con una cosa molto simpatica: il saluto di molti componenti del Consiglio Generale Internazionale della S.T. Anche questo è un modo per sentirci tutti uniti. Invito tutti noi a dare la maggior diffusione possibile al video specie fra i soci e i simpatizzanti.

Un vivo ringraziamento va al Fratello Enrico Stagni per la traduzione e la sottotitolazione in italiano del video!

Con un fraterno abbraccio e con l’augurio di Ogni Bene,

                                                                                                                    Antonio

La Società Teosofica al tempo del Coronavirus e della Pasqua

Dal carnevale alla quaresima, per alfin risorgere

Il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima, quest’anno ricorreva il 26 febbraio. Tre giorni prima, il Consiglio dei Ministri emanava il decretolegge n. 6, che sanciva la chiusura totale dei comuni con focolai attivi da coronavirus e la sospensione di ogni manifestazione ed evento nei territori di competenza. Nei giorni successivi le misure di restrizione si sono fatte progressivamente più ferree e sono state estese via via a tutta Italia. D’un colpo la frenesia che il Carnevale ben rappresenta e che era l’ormai insopportabile nota dominante delle nostre vite si è dissolta; in un fiat siamo caduti a piè pari nel girone quaresimale della riflessione e dei mea culpa. Mi è stata chiesto spesso, in questi giorni, un’opinione su quello che sta accadendo e sulle sue cause. Nel contempo mi sono state proposte molte ipotesi sulla genesi di un tale drammatico avvenimento: taluno dava la colpa di tutto alle guerre batteriologiche, qualcun altro vi scorgeva oscuri complotti internazionali, altri ancora accordi economici segreti per impadronirsi delle ricchezze delle nazioni, e così via. In realtà la Teosofia ci insegna che tutto ciò che si manifesta esteriormente non è che il frutto di ciò che creiamo dentro di noi. La Natura è come un grande specchio, che ci restituisce quanto diamo: ogni tanto svuota il secchio e contraccambia, quale che ne sia il contenuto. Nel Theosophical Glossary, se vogliamo fare una citazione, troviamo questa frase illuminante: “La luce astrale che circonda ed interpenetra il mondo è come una sala degli specchi, che riflette in maniera intensificata le emanazioni che ha ricevuto dall’umanità”. È questa la grande opportunità delle giornate surreali che stiamo affrontando: invece di cercare fuori il colpevole, pensiamo che anche noi abbiamo contribuito a far sì che questo accadesse e quindi cerchiamo di porvi rimedio con pensieri, vibrazioni ed aspirazioni elevate, e tutto quello che di buono abbiamo dentro. Il nostro livello di coscienza può essere un aiuto davvero prezioso per tutta l’umanità. Mi piace allora riproporre un breve racconto, che certo tutti ricorderete: “Un giorno un uomo ricco consegnò un cesto di spazzatura ad un uomo povero. L’uomo povero gli sorrise e se ne andò col cesto, poi lo svuotò, lo lavò e lo riempì di fiori bellissimi. Ritornò dall’uomo ricco e glielo diede. L’uomo ricco si stupì e gli chiese: Perché mi hai donato fiori bellissimi se io ti ho dato la spazzatura? E l’uomo povero rispose: Ogni persona dà ciò che ha nel cuore”. A pochi giorni dalla Resurrezione sogno che ciascuno di noi, che ciascun essere umano, offra al mondo “ceste” di pensieri ispiranti, di riflessioni profonde, di gesti generosi, di parole che guariscono, di preghiere che elevano, di speranza per ogni essere, di fiducia nell’Assoluto e nelle sue sacre Leggi. Se poi nella cesta ci fosse anche un bell’uovo pasquale di cioccolata, sarebbe perfetto.

Patrizia Moschin Calvi

Il Tempo

Qualunque attività scandisca il nostro quotidiano in questo “particolare” periodo, facciamo – ora più che mai – del nostro tempo il Tempo. Impieghiamo questo Tempo per consapevolizzarci, conoscerci e liberarci da quelli che Bernardino del Boca avrebbe definito “virus del pensiero”. Riappropriamoci di questo Tempo per ponderare, pensare e riflettere; rivalutiamo, riconoscendo e identificando i nostri spazi, le nostre priorità verso noi stessi, verso l’altro e verso il mondo, per riscoprirci sempre studenti della vita e delle sue circostanze, dei suoi momenti e dei suoi periodi tanto turbolenti e tanto quieti, nella permanente condizione di viandanti, con cui imprimiamo giorno dopo giorno tracce, pensieri ed orme tra le complessità di questo e dei tanti Universi che a malapena immaginiamo o riteniamo di poter afferrare; torniamo a meravigliarci per la nostra piccolezza; corroboriamo le nostre forze, e dirigiamo con cura il nostro impegno verso finalità Elevate per fare del Bello e del Buono motivo di impegno sui piani della vita cui ci è concesso operare ed essere-fare la differenza; riappropriamoci del Tempo per pensarci e ripensarci, ridefinirci, ricostruendo ponti con noi stessi e col mondo, ricostituendo i nostri tessuti di una più solida e fitta trama di consapevolezze sulle tante e mutevoli forme del presente e su quale ruolo e connessione rivestano nei nostri tanti mondi interiori; torniamo a respirare, a contemplare, a chiederci “perché?”, rallentiamo per tornare ad ascoltare musica, sublime arte del colorare il Tempo; sfidiamo le nostre certezze, mettiamole sempre e costantemente alla prova, anche come semplice gioco; mettiamo a nudo ed evidenziamo i nostri limiti nutrendo profonda speranza nelle nostre altrettanto infinite potenzialità per poter procedere, domani, con maggior leggerezza e con minor bagaglio emotivo nel nostro incessante cammino; guardiamo, osserviamo, studiamo e riscopriamo nell’altro ed in noi l’Umanità quale più elevata espressione di ciò che è Bello e Buono, nell’ordinarietà e straordinarietà della Vita. Facciamo di questo tempo il Tempo.

David Berti, Presidente del Gruppo Teosofico “Umbro”

Riflessione

Passeggiando lungo il naviglio Martesana a Milano (vicinissimo a casa) ho conosciuto nuovi amici. C’è la gallinella d’acqua che sta covando le uova ed è nutrita dal compagno, c’è l’airone che controlla la situazione da par suo, pesciolini appena nati che si divertono facendosi accarezzare dalla corrente, un simpatico pappagallo che mi saluta con allegria, la magia delle foglie che prendono forma e i colori sfavillanti di una moltitudine di fiori. Mi sembra di essere tornato a migliaia di anni fa: sento il “respiro” della natura come mai mi era successo; è come se le strade, i palazzi, le macchine, come se tutto fosse scomparso e fosse rimasto solo il ciclico movimento della terra. Questo movimento non riguarda sol il nostro pianeta ma l’intero Universo. Stiamo vivendo un momento eccezionale e abbiamo la possibilità di entrare in comunione con la Vita con un’intensità senza precedenti: c’è tanto Amore sopra le nostre teste, facciamolo scendere tra noi.

Paolo Parini

Il Silenzio e le Sincronicità ai tempi del Coronavirus

Domani è Pasqua di Resurrezione e, per la prima volta – non so se nella storia però certamente nella mia ormai lunga vita-, passeremo la Pasqua rinchiusi ognuno a casa propria. Mentre la Natura prosegue imperturbabile il suo lavoro primaverile e il sole inonda di luce il tenero verde germogliante degli alberi, i glicini e i fiori che sbocciano regalando i loro colori a un pianeta quasi immobile, il Silenzio invade le città, penetra invisibile nelle strade, nei parchi vuoti e, attraverso le finestre aperte delle case, riempie i nostri corpi e le nostre anime.
E’ questa la cosa che più mi ha colpito in questo lungo mese di isolamento: il Silenzio. Un Silenzio che Papa Francesco il 27 marzo, nella Sua preghiera per la pandemia del corona virus, ha scelto come simbolo significativo di questo periodo di quarantena. Non è il Silenzio che uno potrebbe scegliere nei momenti di grande effervescenza per allontanarsi ‘dal mundanal ruido’, come direbbe il Poeta; è un Silenzio non scelto che chiama alla riflessione.
Penso che tutti ci siamo chiesti come mai è arrivata questa pandemia su tutto il pianeta, obbligando governi e popoli – volenti o nolenti – a fermarsi. Forse il corona virus è un grido esasperato di allarme di un pianeta che sta soffrendo e morendo per colpa nostra. Forse ci sta dicendo che è ora di ripensare il modo di vivere di una civiltà troppo lontana ormai dalla Natura e dal senso etico ed ecologico del vivere. Forse ci sta dicendo che, per sopravvivere al caos globale di questo momento bisogna avere la capacità di affrontare la vita in modo diverso. A questo mira il Silenzio, secondo me, a risvegliarci dall’ottusità di una quotidianità vissuta con poca consapevolezza e con scarso discernimento.
Sapremo accogliere la sfida di un tempo così difficile e così diverso dal solito? L’Apocalisse sembra essere arrivata da noi senza preavviso e tutti, scrittori, filosofi, artisti, psicologi, sociologi, musicisti, registi, e via dicendo, cercano di raccontare e interpretare il dramma che si svolge davanti ai nostri occhi. Youtube e lo smarphone, la televisione e i giornali offrono ai reclusi il godimento di opere d’arte, concerti, balletti, anche un po’ di humour, una pluralità di stimoli per ‘passare il tempo’, per uccidere il Silenzio. Ma è difficile far tacere un Silenzio che va al di là del nostro quotidiano agire, un Silenzio che arriva da lontano e dal profondo dello spazio, e trascende il ticchettio dell’orologio. Questo Silenzio parla alla nostra anima e ci invita a ricordare chi siamo e cosa siamo venuti a fare nella Terra. Forse anche a tenere presente che, nel rumore del vivere, abbiamo dimenticato il ponte che può portarci ad intensificare un elemento cruciale per il nostro Spirito: la Sincronicità.
Sono certa che ognuno di noi ha avuto esperienze sfuggevoli di Sincronicità nell’arco della propria vita. Lo psichiatra Carl Gustav Jung, che ha coniato il concetto, ha spiegato con chiarezza che la Sincronicità ci permette di identificare i fenomeni degni di attenzione che in passato potrebbero essere stati ignorati. La Sincronicità è un modo di aiutare a trascendere il fluire quotidiano degli eventi e dare la giusta attenzione a fenomeni che forse sono passati prima inosservati. Più prestiamo attenzione ai fenomeni sincronici, più essi aumentano quantità e qualità della loro manifestazione.
In un momento per forza ‘atemporale’ come questo che stiamo vivendo, in cui la percezione del tempo è rallentata, restare in stato di attesa e ricordarsi di ricordare in ogni momento chi siamo nella nostra Essenza e che ogni momento è un momento in più che la Vita ci regala e un momento in meno se non sappiamo approfittarne, è importante tenere presente che le Sincronicità ci permettono di essere guidati e forse anche protetti dai pericoli di questo momento storico, oltre a raggiungere una lucidità maggiore per capire la nostra natura spirituale e il momento che stiamo tutti vivendo.
Quindi non sarebbe male appiccicare sullo specchio del bagno o sul frigo un bigliettino per ricordarsi di creare ogni giorno l’aspettativa necessaria per richiamare alle nostre vite l’evento sincronico. Si potrebbe pensare che il Corona virus rappresenti a livello cosmico una Sincronicità inviata dal pianeta come appello drammatico per risvegliare anche tutti i governi del mondo. Comunque, la sfida per noi umani sarebbe quella di riuscire a mantenere il flusso sincronico in modo di allargare il significato nascosto nelle esperienze che trascendono il fluire quotidiano. Ora più che mai, nel momento in cui non possiamo comunicare con gli altri, possiamo capire il pensiero di Krishnamurti che ci ricorda che l’uomo è un essere in relazione, e che ogni conversazione con gli altri è uno scambio di visioni del mondo che permette il procedere dell’evoluzione umana. E’ l’essere in relazione che consente il passaggio da una fase storica della conoscenza a quella successiva. E quando l’interazione tra essere umani è centrata sulle verità sincroniche, il processo delle rispettive visioni del mondo dovrebbe essere in grado di accrescere la nostra consapevolezza.
Per questo motivo, speriamo che questa Pasqua di Resurrezione così diversa per tutti, che ci spinge a valutare i momenti di riflessione obbligata, ci permetta di ricordare che, per provocare il dovuto cambiamento interiore che permetta al mondo di prendere una piega diversa , meno materialistica e più a favore del dono e dell’attenzione ‘ai santi della porta accanto’, come ha detto Papa Francesco, ci vuole un’attenzione speciale alle Sincronicità che possiamo ricevere dallo Spirito, se Esso sente che siamo all’erta per riceverle.
Qualcuno ha ipotizzato che noi saremmo il virus e il virus sarebbe una reazione immunitaria del pianeta contro di noi. Forse ha ragione. In questo momento, attraverso i consigli forniti dalla tv, dalla rete, dai video inviati dalla gente amica, la nostra mente è ‘colonizzata’ dal virus, ed è un’incognita il modo in cui affronteremo il ritorno alla normalità, a una socialità che per forza non potrà essere la stessa di prima. Ma proviamo ad accettare questa nuova forma di stare nel mondo con spirito creativo e a pensare che lo Spirito ci pensa attraverso il richiamo ad essere diversi, meno superficiali e più aperti ai momenti di Sincronicità che Esso può farci arrivare per creare un mondo migliore. Un mondo dove il Silenzio non sia più obbligato dagli eventi esterni bensì scaturito dalla sacralità della Vita Una. Se riusciamo a modificare anche solo per un po’ le nostre vite, il ché vuol dire modificare anche il mondo che ci circonda, il Corona Virus non sarà venuto in vano.

Graziella Ricci

Pasqua: Miti, Leggende ed Esoterismo della Seconda Nascita

Molti sono gli studiosi dell’argomento che tratterò in questa mia relazione. Ognuno di essi ha fatto degli approfondimenti con studi storici circonstanziati. Ne anticipo i nomi per un giusto riconoscimento senza ripetermi ogni volta: Frazer, Depuis, Lang, Barth, il teosofo Williamson, Taylor. Attorno al tema centrale di un uomo divino, alla sua nascita, morte e resurrezione, convergono le dottrine di tutte le religioni. È interessante notare che la morte, comunque avvenuta, viene considerata generalmente come un sacrificio. Leggendo con attenzione il Vecchio Testamento si è colpiti dal fatto che non ne viene mai adeguatamente e razionalmente spiegata l’origine; sembra parte essenziale della religione, fatto universalmente riconosciuto. Anche nell’India antica si insisteva sulla necessità del sacrificio: il sacrificio fa sorgere e tramontare il sole, scorrere i fiumi in una o in un’altra direzione. In uno dei Veda, nel Tandy Brahmana, si legge: “Il Signore delle creature offrì se stesso in sacrificio agli dei”. Sottolineiamo subito che la Teosofia ci insegna una serena partecipazione all’evoluzione della natura accettando il dolore come espressione necessaria del karma. Il primo sacrificio sarebbe la Creazione del mondo. L’idea di questa creazione, o di parte di essa, dai frammenti di un essere antropomorfo è comune ai Caldei, agli Egizi, ai Greci e all’India antica. Il dio di ebrei e cristiani ha addirittura soffiato l’anima in un corpo di creta. Religioni più antiche hanno immagini più crude con mescolanze di sangue divino o con divinità decapitate. Queste leggende non sono scienza ma ci aiutano a capire la necessità di continuare le ricerche partendo da dove sono nate queste immagini per arrivare alla vera interpretazione. La verità, anche in leggende selvagge che sono solo forme pervertite della verità stessa, può essere intravista nelle leggende stesse: l’uomo, gli animali, tutti i regni della natura, hanno in sé una parte dell’essenza divina. Un altro aspetto che emerge è l’idea del sacrificio e che tutti i peccati accumulati da un popolo possono essere messi a carico del dio morente lasciando il popolo purificato e felice. Questo concetto di morte volontaria della vittima divina “che l’uomo dio muoia per il suo popolo e che la sua morte sia la vita del popolo stesso” è presente fin dai tempi antichi e lo vediamo anche nel Cristianesimo con il Redentore che dona se stesso. Nel Solstizio d’inverno, qualunque sia il nome dato agli dei, c’è sempre un concepimento immacolato e la data indica chiaramente l’origine solare del mito stesso. Altre somiglianze che andremo a individuare in riferimento alla morte e alla resurrezione del Dio, ci faranno capire che siamo in presenza di un mito mondiale, caratteristica comune di tutti i popoli sin dalle origini della razza umana e uno degli archetipi junghiani. Questa mitologia solare, necessaria per un insegnamento exoterico, era però solo un’espressione riduttiva di un più antico simbolismo cosmico esoterico al quale se ne aggiungeva un altro rappresentato dai riti di iniziazione. Si intrecciava quindi un simbolismo esoterico con quello solare exoterico e questo simbolismo si riferiva agli insegnamenti e alle cerimonie collegate all’equinozio di primavera.
L’intreccio esoterico-exoterico si vede anche nel fatto che viene assegnata la data dell’equinozio di primavera alla morte e alla resurrezione di un dio o l’uomo divino. Per il simbolismo solare sarebbe stato più appropriato commemorare la morte di un dio solare, per esempio nell’equinozio di autunno. Cercheremo quindi di enumerare le somiglianze esistenti nelle antiche religioni prima di parlare della seconda nascita. Vi sono strette somiglianze tra la storia della nascita e della vita di Krishna, il salvatore indù, e Cristo oltre che un parallelismo nella loro morte. È superfluo osservare che probabilmente nessuno dei salvatori del mondo morì veramente sulla croce, elemento sacro e simbolico alla base di queste immagini di morte. Krishna in questo senso può sembrare un’eccezione, in quanto venne ucciso dalla freccia di un cacciatore mentre era in meditazione sotto un albero. Ma il parallelismo riprende dopo la morte, quando viene rappresentato come disceso agli inferi, risorto e salito in cielo. Anche Visnù, chiamato Wittoba in un’altra reincarnazione, viene rappresentato crocefisso su una croce latina e, seppur non inchiodato, si intravvedono le stigmate dei chiodi, un foro nel costato e sulla testa una corona fatta a punta. La croce è un simbolo antico mentre la rappresentazione con le stigmate dei chiodi è posteriore. La forma più antica della croce è la figura del dio nella volta celeste con le braccia aperte in atto di benedizione. In quasi tutte le religioni il dio ucciso resuscita dalla morte o si reincarna immediatamente. Nell’antico Egitto Osiride viene ucciso dal suo nemico Tifone, il serpente del male che, a sua volta, viene distrutto da Oro, figlio e reincarnazione immediata di Osiride. Osiride diventa allora “signore della vita al di là della tomba e giudice di tutte le anime”. Come Osiride è il sole che tramonta, come Oro il sole che nasce. Sia Osiride sia Oro vengono rappresentati anche crocifissi con le braccia aperte nella volta del cielo. Come Osiride/Oro viene ucciso nella lotta con il serpente, ma resuscita come Oro/Osiride, per distruggere il serpente e regnare sul mondo della morte (del male!) così Gesù è messo a morte e resuscita per vincere il male. Osiride discende nel mondo dei morti, Cristo nell’Averno. Osiride diventa giudice delle anime, Cristo giudice dei vivi e dei morti. Tammuz/Adone in Babilonia e in Siria fu un altro salvatore. La sua morte era commemorata ogni anno ed egli veniva pianto come morto per tre giorni, poi risorgeva. Sembra che la data fosse il 25 marzo. I sacerdoti raccomandavano di aver fede nel Signore perché le sue pene avevano procurato la loro salvezza. A queste parole il popolo rispondeva: “Omaggio alla colomba che restituisce la pace”. È questo un primo riferimento alla colomba pasquale? Il culto di Adone veniva praticato anche dai popoli semiti della Siria; da qui i Greci lo introdussero in patria verso il V secolo a.C. Nella Fenicia sempre Adone (Adon significa Signore) veniva fatto morire e resuscitare in date diverse nelle diverse città, ma sempre in concomitanza con l’equinozio di primavera. A Biblo questa data veniva determinata quando il fiume Adonis assumeva un colore rosso, dovuto alla terra rossa trasportata dalle montagne con la pioggia, ma attribuito al sangue di Adone. Similmente in Siria si attribuiva, sempre in periodo pasquale, al sangue di Adone il colore dell’anemone in quel periodo. A Mitra, il salvatore persiano, era dedicata una festa della morte all’equinozio di primavera. Era nato in dicembre e in occasione della sua morte aveva una tomba sulla quale i discepoli si recavano a piangere.
Alla fine delle cerimonie funebri, sempre in periodo pasquale, i sacerdoti pronunciavano queste parole: “Rallegratevi, il vostro Dio è risorto dalla morte, le sue pene e le sue sofferenze saranno la vostra salvezza”. In concomitanza di queste celebrazioni c’erano 40 giorni di sacrifici e preghiere (la Quaresima cristiana?). Anche Prometeo fu un salvatore, anch’egli fu crocifisso. Considerato amico della razza umana, per la quale si sacrificò, secondo Eschilo venne inchiodato con le braccia distese sul monte Caucaso vicino al mar Caspio. Il dio Ati, adorato nella Frigia e chiamato “figlio unigenito e salvatore”, veniva rappresentato come un uomo legato a un albero con un agnello ai piedi e, in primavera, venivano commemorate la sua morte e la sua resurrezione. Bacco, altro dio solare, veniva messo a morte dai Titani e, come Osiride, tagliato a pezzi. Dopo un sonno di tre giorni nell’Ade, Giove ne rianimava il corpo e Pallade (non a caso la Sapienza!) gli riportava il cuore. La data sembrerebbe corrispondere al 25 marzo. Nel nord Europa Baldur, il dio bianco, muore, come Krishna, ucciso da una freccia di legno di vischio scoccata dal dio delle tenebre e rimane esanime per 40 giorni. Nell’antica fede celtica Baal è il dio della vita nell’oltretomba. Giudica e protegge le anime dei morti; anch’egli sembra morto e risorto dopo tre giorni diventando il signore della morte. In Sudamerica tra gli antichi popoli dello Yucatan il Salvatore era conosciuto con il nome di Bacab e, come Cristo, considerato quale seconda persona di una trinità. Viene rappresentato flagellato e coronato di spine, prima di essere messo con le braccia aperte su una trave di legno in una posizione simile al Crocefisso. Rimase morto per tre giorni e resuscitò per salire al cielo (siamo prima della scoperta dell’America!). In Messico il dio Quetzalcoatl fu crocifisso su una trave di legno con le braccia distese ucciso, si diceva, per l’ingratitudine di coloro che era venuto a salvare. A questo proposito Williamson, il nostro teosofo, cita banalmente “I manoscritti borgianici”, parlando di pitture messicane e di Bacab e Quetzalcoatl con le immagini della crocifissione. Evidentemente si era documentato nelle Biblioteche Vaticane. Noi dei Borgia conosciamo lotte per il potere e perversioni sessuali. Bisogna però aggiungere anche che il cardinale Stefano Borgia spese buona parte del patrimonio di famiglia per comperare manoscritti dal VI al XII secolo, forse prevalentemente per fare valutazioni sul Nuovo Testamento, ma acquistando anche quelle pitture messicane alle quali fa riferimento Williamson, come il Dio crocifisso, con segni di chiodi a mani e piedi, alla discesa all’inferno e alla resurrezione. Quetzacoatl era stato però ucciso con una freccia (come Krishna e Baldur) e le celebrazioni si tenevano sempre durante l’equinozio di primavera. Facciamo a questo punto alcune osservazioni sul simbolo della croce. Nell’arte cristiana per sei secoli manca l’immagine del Redentore crocifisso. La prima conosciuta è il crocifisso presentato da papa Gregorio Magno alla regina Teodolinda, conservato ora nella chiesa di San Giovanni a Monza. Anche nelle catacombe romane non si trovano immagini di crocifissione anteriori a quelle di san Giulio (VII/VIII secolo). La rappresentazione più antica di Gesù era l’agnello. Il simbolo della croce è antecedente di migliaia di anni alla nascita di Cristo ed era onorato in tutto il mondo conosciuto. In Egitto
essa era presente nelle mani della maggior parte delle statue divine, in India appariva scolpita sopra maestosi santuari. In tutte le sacre scritture la ritroviamo per lo più in forma di svastica. Sulle tombe egizie era un segno di rinascita, di vita attraverso la morte. In età successive fu portata dalle vergini Vestali romane e l’ansa con l’andar del tempo scomparve, passando così dalla svastica alla croce. Il sacro Tau, o croce ansata, era un emblema di Osiride, veniva chiamato “il segno della vita” e posto sul cuore come un amuleto: simboleggiava l’idea che nessuna cosa creata poteva essere distrutta e che morire significava soltanto assumere un’altra forma. Anche nel cristianesimo iniziale sembra aver avuto il significato di albero della vita e solo in seguito divenne simbolo di morte. Ma Roma e la cristianità, l’India e l’Egitto non sono stati i soli a venerare la croce. Si racconta che i Druidi tagliassero i rami laterali degli alberi e inchiodassero una trave in croce, intagliando sulla corteccia il Tao simbolo di vita. Anche tra le tribù indiane d’America si trovano croci fatte con alberi e nel Messico se ne scoprirono di gigantesche in pietra, simili ma molto più grandi di quelle della Scozia e dell’Irlanda. Anche in Messico la croce veniva chiamata “albero di vita”. Nella sua forma maltese in Babilonia, con la sua divinità Baal, la croce era il simbolo di Anu. Altri esempi: Cortez, arrivando nello Yucatan, trovò croci di pietra nel tempio del Dio del sole e della pioggia; sulle rovine di Palanque sopra la croce è posta una figura umana; persino sull’isola di Pasqua si trovarono croci scolpite sulle statue arcaiche; Schliemann durante la sua ricerca di Troia trovò delle croci; i templi-caverne di Ellora ed Elefanta, in Egitto, venivano scavati nella roccia in forma di croce e la stessa forma la troviamo anche nei templi di Benares in India. Le primitive croci buddhiste hanno foglie e fiori che spuntano dalle loro estremità, sottolineando così il concetto di donatori di vita. Sembra ormai provato che la croce debba essere riconosciuta tra i simboli più antichi della razza umana, da inserire negli archetipi junghiani. Riassumendo alcune delle più importanti rassomiglianze sulla morte e resurrezione del dio troviamo che Krishna, Osiride, Tamuz-Adone, Mitra, Api, Bacco, Dionisio, Baldur, Queatzcoatl e Gesù discendono tutti nelle regioni infernali e il periodo tra morte resurrezione è generalmente di tre giorni; la resurrezione avviene di regola all’equinozio di primavera o a pochi giorni di distanza. Miti, leggende e rituali religiosi hanno tutti un’origine comune: sono l’espressione simbolica di una ricerca della verità che accompagna l’uomo dalle origini e che ha avuto in tutti i tempi la sua espressione pratica negli studi esoterici e nei riti di iniziazione riservati a coloro che in tali studi avevano compiuti progressi reali ed erano quindi pronti per “la Seconda Nascita”. L’espressione “Seconda Nascita” può essere usato adeguatamente tanto per la prima quanto per l’ultima di tutte le iniziazioni. Queste cerimonie infatti, prese singolarmente o tutte assieme, possono essere chiamate “una Nuova Nascita” in quanto segnano l’ingresso in una nuova vita. Ogni progresso porta all’iniziazione successiva : sempre morte e rinascita. Solo la Teosofia offre una visione più ampia e dettagliata di quello che possiamo trovare nei testi esoterici delle filosofie orientali su questi diversi stati di coscienza che, quando raggiunti, aprono all’uomo nuovi orizzonti mentali e spirituali permettendogli di essere
sulla strada che porta al ricongiungimento con l’Uno, realtà che tutti dovranno raggiungere. Rimane l’obbligo di aiutare i fratelli più deboli per chi arriva prima, avendo raggiunto la completa coscienza dell’evoluzione spirituale inserita nelle leggi della natura. La storia dell’iniziazione è prima di tutto la storia del progresso dell’uomo verso la perfezione morale e questa deve essere raggiunta prima di poter passare all’ultima grande iniziazione : ogni rito è soltanto il segno, il suggello del progresso morale e spirituale conseguito per mezzo degli sforzi e delle lotte individuali. A uno dei primi stadi l’aspirante si trova costretto (noi oggi sappiamo che questo vale per ciascuno di noi dal momento in cui decide di percorrere la strada di un’evoluzione spirituale) a capire che non solo la coscienza connessa alla personalità è soltanto pura illusione, ma anche che l’individualità non può avere nessun interesse opposto a quello dei fratelli e che il vero progresso è legato all’aiutare il progresso degli altri. Fin dall’inizio per l’iniziato il movente delle sue azioni è destinato a diventare, seppur gradualmente e lentamente, sempre più una simpatia universale che nel tempo si trasformerà nel’amore che spinge ad aiutare coloro che sono in ritardo. All’iniziato del primo grado si insegna a vivere e a lavorare per gli altri, ad ampliare il più possibile la simpatia e l’amore per il prossimo. Non possiamo non vedere in questo l’importanza della fratellanza universale per il teosofo, anche se non ha ancora raggiunto lo sviluppo spirituale corrispondente al primo livello d’iniziazione. Quando, con il passare del tempo, l’iniziato avanza nella propria strada, questa simpatia diventa così intensa che, come viene detto nel Libro tibetano dei morti “il suo cuore è in ogni ferita”. Questo significa portare in sé i peccati e i dolori del mondo. Nella strada dell’iniziato a ogni sforzo si allargano i campi in cui egli può rendersi utile; a ogni gradino del sentiero egli acquista maggiori poteri per aiutare. Questo fino all’ultima iniziazione dove è in grado di spalancare le porte dell’iniziazione a chi ha aperto sufficientemente la propria mente nella strada dell’evoluzione spirituale. Nella rassomiglianza e talora nelle sovrapposizioni delle diverse religioni, nei riti e nei dogmi che abbiamo visto negli Egizi, Indiani, Messicani, Peruviani, Cristiani ecc. è evidente che questi erano solo raffigurazioni di una realtà comune, destinati a rappresentare lo sviluppo dell’animo umano, il progresso dell’umanità e le verità cosmiche ed eterne. Tale pervertimento del significato reale non avrebbe mai potuto aver luogo nell’ambito dei riti iniziatici, poiché tutti coloro che avevano il privilegio di partecipare a tali cerimonie erano ovviamente a conoscenza dei fatti che si nascondevano dietro alle immagini simboliche. Sono state evidentemente le religioni con la loro tendenza materializzante e indirizzate a tenere uniti uomini senza conoscenze specifiche ad aver contribuito alla confusione tra realtà esoteriche ed exoteriche, confusione forse voluta proprio dalle gerarchie religiose probabilmente per ambizioni di potere. La descrizione di un rito praticato in Egitto permette di capire il significato reale del concetto di morte, sepoltura e resurrezione. L’aspirante all’iniziazione, dopo aver superato le prove e le sofferenze necessarie alla purificazione, che servivano per simbolizzare il successo della lotta contro gli impulsi della sua natura inferiore, veniva ricevuto dallo Ierofante in mezzo al consesso degli iniziati e indotto in uno stato di trance profonda. Passava così nell’Ade dove doveva lottare con l’ultimo nemico (la morte).
La Teosofia ci spiega che, in altre parole, doveva acquisire l’esperienza necessaria per esprimersi in questo nuovo stato di coscienza vibratoria. Passava cioè attraverso ciò che nel rito egizio si chiamava “la prova della terra, dell’acqua, del fuoco e dell’aria”. Una spiegazione più completa la troviamo nel libro di Leadbeather sulla Massoneria, riferito in parte a una sua vita precedente in Egitto. L’iniziazione avveniva generalmente in un tempio sotterraneo o in una piramide, dove la luce del sole non arrivava. Al mattino del quarto giorno, quando il candidato doveva ritornare alla vita fisica, il suo corpo, ancora inanimato, veniva portato all’ingresso dove il primo raggio del sole nascente, simbolo dell’illuminazione spirituale della sua anima, rischiarava il suo volto mentre era ancora in stato di trance. Egli allora si svegliava e “risorgeva dalla morte” non più come “uomo fisico” ma come “uomo spirituale”. Il rito si celebrava nel giorno del plenilunio dopo l’equinozio di primavera probabilmente per ragioni connesse anche con l’aumento di energia vitale proveniente dai raggi del sole in questo periodo dell’anno e al loro supposto speciale potere in quanto riflessi dalla luna piena. I Cristiani celebrano la Pasqua la domenica seguente al plenilunio dopo l’equinozio di primavera, anche se nel rituale cristiano i tre giorni si riducono al tempo intercorso tra la sera del venerdì e la mattina della domenica. Queste dunque le origini di tutta la teoria sulla morte, sepoltura e resurrezione di un Salvatore, in pratica la storia del progresso dell’anima, la storia del trionfo del peccato sulla morte per un uomo e per tutti i suoi simili ripetuta in ogni epoca dal passato al presente.

Diego Fayenz

Inaugurazione nuovo anno e programma concerti

Dopo la pausa estiva, con il giorno 30 settembre ricominciano i nostri incontri in sede aperti al pubblico.

Per inaugurare un nuovo anno assieme, il Gruppo Teosofico Triestino ha organizzato un concertino per flauto e pianoforte, il primo di altri due incontri che si svolgeranno rispettivamente il giorno 7 ottobre (violoncello e contrabasso) e il giorno 14 ottobre (violoncello e pianoforte).

Lo scopo di questi concertini è creare uno stimolo all’approfondimento dello studio teosofico valutando qualche semplice, anche se momentaneo, contatto dentro di noi tra emozioni, pensieri e Chakras.
Ogni nota dovrebbe corrispondere ad un Chakra (consideriamo anche questa una delle semplificazioni).
FA – Chakra radicale
SOL – Chakra splenico
DO – Chakra ombelicale
RE – Chakra cardiaco
LA – Chakra laringeo
MI – Chakra frontale
SI – Chakra coronarico

Valuteremo a fine concertino se qualcuno dei presenti ha provato l’accentuazione o la riduzione di un’emozione, la comparsa di un pensiero più concreto o più astratto/spirituale.
Per questo sono state scelte le note che corrispondono ai 4 Chakras ombelicale, cardiaco, laringeo e frontale.
Semplificando al massimo per spiegare, qualora si riesca a percepire qualche corrispondenza, abbiamo scelto l’ombelicale che può, tra l’altro, vivificare o fare entrare paure ed emozioni ( speriamo non di sessualità o violenza, convinti che l’ambiente dell’esperimento e valutando che i nostri Soci siano sufficientemente lontani da emozioni esagerate).
Il Chakra cardiaco può, tra l’altro, aiutare a frenare le emozioni (positive e negative) anche stimolate dalla nota precedente. Qualcuno ha visto una corrispondenza tra il Chakra ombelicale ed il Piano Astrale Inferiore, tra il cardiaco e l’Astrale superiore.
I Chakras laringeo e frontale possono similmente trovare una corrispondenza con il Piano Mentale Inferiore e Superiore, con il pensiero concreto ed astratto altamente spirituale.
Solo l’idea di poter stimolare dentro di noi il Chakra frontale è una speranza (quasi sicuramente delusa) non una presunzione.
Lo scopo, come già detto, è quello di stimolare dentro di noi, anche con risultati modestissimi, lo studio e l’approfondimento della Teosofia senza dimenticare, come ha spiegato H.P.B. nella Dottrina Segreta che non ci si può avvicinare alla ricerca esoterica senza aver ben chiare le idee fondamentali (che non sono poche!) ed aver purificato il nostro corpo ed i nostri pensieri.
Per esempio, dice H.P.B., bisogna ben conoscere la differenza tra Kundalini cosmico ed umano : un errore in questo campo può essere distruttivo quando non mortale.
Per capire la piccolezza del nostro esperimento con note e Chakras e la prudenza con cui dobbiamo affrontare il passaggio dalla teoria alla pratica voglio ricordare che H.P.B. nell’ottavo volume della Dottrina segreta ci spiega che quando saremo pronti per una vera ricerca spirituale esoterica, ci verrà spiegato che tutti i 7 Chakras sono presenti nella testa.
Qualsiasi piccolo aiuto nel nostro percorso individuale o nei Gruppi Teosofici è comunque utile per l’onestà dell’impegno.

Video Blog di Tim Boyd di giugno

E’ online il nuovo video del Presidente mondiale Tim Boyd, di seguito il link YouTube del video e la traduzione della nostra socia Renate Pedevilla.

Ciao a tutti, è un piacere essere di nuovo qui con voi per condividere alcune delle novità e quanto stiamo facendo ad Adyar e nel mondo teosofico. Questo è un periodo di grande fervore soprattutto da un punto di vista delle costruzioni, abbiamo iniziato a lavorare all’edificio che si chiama Leadbaeter Chambers’. E’ un lavoro che si protrarrà per almeno un anno, dobbiamo intervenire sulla struttura a causa delle molte inondazioni; l’edificio è fatto di cemento e acciaio, questa parte di lavori è iniziato; dopo l’esterno si passerà al vero intervento di ammodernarnamento. Vi farò vedere alcune di queste cose. Abbiamo anche iniziato a lavorare agli archivi: al momento gli archivi sono ricavati in uno spazio all’interno della biblioteca. L’intento è quello di dare contemporaneamente più importanza agli archivi trasferendoli lontanto dal fiume e portandoli quindi al Centro Ricerche in modo che siano associati e creino una ottima sinergia. Tutto questo è in fase di attuazione.
A metà giugno avremo anche l’apertura ufficiale della sessione scolastica della nostra nuova scuola teosofica ad Adyar, l’accademia teosofica di Adyar o ATA.
Iniziamo con l’asilo fino alla seconda elementare, ci auguriamo di crescere ogni anno e incrementare e gli scritti, abbiamo già delle domande di iscrizione per il prossimo anno;  anche questa è una attività molto molto importante vi farò vedere qualcosa. Abbiamo affrontato alcuni aspetti a proposito di rinnovo e riqualificazione dell’edificio della Casa Editrice Teosofica, la cui attività è stata trasferita in un’altra area del campus, nell’edificio della Vasanta Press, e anche di questo vi mostrerò qualcosa. Insomma si sta lavorando molto ad Adyar.
Durante lo scorso anno la Società Teosofica Americana, ma anche la Società Teosofica Internazionale, ha perso un carissimo amico, John Kern che è morto nel gennaio di quest’anno. In aprile abbiamo fatto la celebrazione in memoria e quindi vedrete anche un piccolo clip. John ha servito la Società Teosofica per 53 anni in qualità di consigliere dell’attuale Fondazione, ha aiutato a mettere in pratica importanti risorse ed è stato fautore di alcuni progetti innovative ed interessanti nella Società Teosofica Americana. Una buona parte del mese di maggio l’ho trascorsa in Australia, ho visitato le varie sezioni e le sedi. Vi ricordo che l’Australia è una delle sezioni più antiche della ST, ha una quantità di risorse molto funzionali che applica, vi mostrerò un po’ anche di questo. Insomma è stato un periodo abbastanza impegnativo e durante il tour rivedrete alcuni dei nostri amici e compagni teosofi, vedrete cosa stanno facendo in giro per il mondo e noi ad Adyar.

In aprile si è svolto il servizio funebre per John Kern che si è tenuto al museo di arte contemporanea di Chicago, dove egli fu membro del consiglio di amministrazione. John era un grande sostenitore dell’arte e sicuramente anche un grande amico della Società Teosofica. Mi è stato chiesto di tenere uno degli elogi funebri, questo è suo figlio Jay Kern che attualmente è Presidente del Fondo di Investimento della Società Teosofica, è subentrato a John. Anche lui era presente e ha condiviso uno splendido ricordo di suo padre, sicuramente mancherà a molti di noi.
Subito dopo il Memorial per John Kern sono andato ad Adyar dove sono stato accolto dal Coro Leap Global Rhytm, il cui maestro è Shrinivas Krishnan; è un coro che aveva già cantato per noi, un magnifico gruppo di giovani  il cui focus è la musica internazionale.  Sono stati ospiti della nostra convention un paio di anni fa e saranno di nuovo con noi alla convention di Varanasi quest’anno.
Tutti gli anni ad Adyar nel weekend di Pasqua si svolge la conferenza dell’India del sud che adesso è conosciuta come la conferenza di Pasqua; quest’anno hanno partecipanto più di 100 membri, provenienti non solo dal sud ma anche da tutta l’India. Si sono ritrovati qui al Blavatsky Bungalow che è diventato il centro delle attività in quei giorni. Un ottimo ciclo di conferenze, con interventi dei relatori provenienti da tutta l’India ma anche della tesoriera internazinale Nancy Seacrest e della segretaria internazionale Marja Artamaa.
Il quartier generale della nostra casa editrice, che era in in questo edificio, è stato spostato nelle nuove sale della Vasanta Press, che abbiamo rimodernato e riqualificato per ospitare gli uffici della casa editrice, ora hanno una bellissima sede per la nuova fase delle operazioni editoriali.La casa editrice è stata trasferita per fare posto ad una recente iniziativa che abbiamo lanciato alla Società Teosofica: una nuova scuola che si chiama Adyar Theosophical Academy, ATA, che occuperà quindi questo edificio dopo alcuni interventi di rinnovo. Avere una vera scuola teosofica è un sogno che abbiamo coltivato per molto tempo, cioè non solo un’istituzione che possa assicurare un’eccellente educazione, come sarà questa scuola per l’appunto, ma anche offrire agli studenti il beneficio dei principi teosofici in un modo pratico, per aiutarli a sviluppare il loro carattere da giovani e il loro impatto futuro nel mondo.
Da Adyar sono andato poi in Australia per un tour che è iniziato a Melbourne, o come dicono loro “Melbone”, bellissima città, dove la ST è attiva da moltissimo tempo. Questo edificio è la loro sede, si trova in centro città. La vecchia sede è invecee in quella che è ora la via più alla moda per lo shopping, eccola, da anni ormai è stata traferita e qui ora c’è addirittura Ralph Lauren. Il gruppo teosofico ha venduto l’edificio esistente e si è traferito in questi uffici, una location che rappresenta un livello superiore per loro, uffici spaziosi sempre in centro città,  in questo momento stiamo facendo una visita, discutendo su come dividere e occupare gli spazi, in che modo usarli per renderli più fruibili al pubblico in futuro. Una grande opportunità per il gruppo di Melbourne, che è un bellissimo gruppo davvero. Da Melbourne siamo andati a Sydney, la capitale e la sede della società nazionale australiana, quindi ho potuto visitare la loro sede, incontrare i membri tra cui la Presidente Linda Olivera, la segretaria generale Dara Tattrey e Pedro Olivera, hanno degli uffici bellissimi dove anche loro si sono trasferiti recentemente. Ho potuto visitare la  loro sede e parlare con loro di diversi progetti che stanno portando avanti in Australia, ho incontrato anche i gruppi al Blavatsky Lodge, che è un posto molto bello. L’Australia ha davvero molte potenzialità e molte risorse che sono state incrementate negli anni. Mentre ero a Sydney ho avuto un paio di incontri al Blavatsky Lodge, uno pubblico e uno riservato ai membri. Una sede molto bella, che è in uso da diversi anni ormai, c’è stata una notevole partecipazione ed è un gruppo molto attivo quello di Sydney.Mentre eravamo li abbiamo potuto visitare l’edificio che si chiama The Manor (la residenza) che per il mondo teosofico è importante, ricco di storia. Tutto è iniziato come comunità di teosofi nel 1920 e ha ospitato personalità come Annie Besant, CW Leadbeater ha vissuto qui ed è in seguito diventato Centro Teosofico grazie al lavoro svolto. Durante gli anni 60, per circa una ventina di anni, qualcuno qui possedeva una macchina fotografica che si chiama Brownie (sono delle macchine fotografiche di poco costo) e ha tenuto una accurata documentazione fotografica degli ospiti che sono passati di qua. Qui per esempio vedete e Felix e Eugene Leighton.  Nel pianterreno c’è una bellissima cappella della Chiesa Cattolica liberale.  Negli ultimi trent’anni la signora Diane Kenaston ha vissuto lì e lavorato come manager residente della sede. E’ una bellissima location con una storia ricca, ci sono queste ampie verande e il terreno che pian piano degrada verso la baia.
Da Sidney siamo andati a Launceston, in Tasmania, mi raccomando non “Lonston” ma “Lonceston” per un meeting annuale che tengono presso il sede locale, centro per i ritiri, un bellissimo gruppo di persone attivo che si incontra da tantissimi anni. Anche qui il centro, la sede centrale è in fase di transizione nel senso che andranno in una nuova location. Da Launceston o Lani siamo andati a Brisbane per una serie di meetings e dove tra l’altro abbiamo avuto l’occasione di visitare la riserva che si chiama Lone Pine Koala Sanctuary,  questo koala è sicuramente in buona compagnia, come lo è stato con Papa Giovanni Paolo e altri personaggi che potete riconoscere. Abbiamo potuto vedere anche alcuni canguri per cui l’Australia è certamente famosa.La ST di Brisbane possiede questo edificio storico che è appena fuori dal centro, c’è una bellissima biblioteca, loro sono in questa sede da moltissimi anni.Ho fatto una serie di incontri qui, molto interessanti, ho avuto l’occasione di incontrare alcuni dei membri e dialogare con loro, che è sempre una cosa positiva.
Lo stop seguente è stato Adelaide, che è una delle sedi più antiche. l’atto costitutivo è stato firmato nel 1895 da Henry Steel Olcott. Anche loro possiedono una sede molto graziosa appena fuori dal centro città con una libreria, siamo stati accolti da Kevin Davey che è il presidente in carica, ho potuto incontrare Bev Champion, past president della seziona australiana. Di nuovo una notevole quantità di incontri dove tra l’altro ho potuto confrontarmi anche con il comitato esecutivo della loggia. Il nostro ultimo stop è stato nel selvaggio West, a Perth, dove c’è un gruppo molto attivo. A dire la verità questo è il unico posto che avevo già visitato precedentemente in Australia quando si è tenuta la convention un paio d’anni fa. Una bella scaletta di interventi, di meeting, ottimo lavoro anche quello che viene fatto a Perth.
A fine aprile abbiamo iniziato a lavorare all’edificio che si chiama Leadbeater Chambers: si tratta di un progetto di ristrutturazione completa dell’edificio, recupero e lavoro strutturale all’esterno.  Qui vedete che stanno sistemando delle impalcature, lavoro che continua.  Si è iniziato l’esterno, sarà un intervento di rinnovo completo e per darvi un’idea della portata dei lavori, qui c’è un breve video.

Leadbeater Chambers, che conosciamo anche come LBC, è la guesthouse più grande del campus di Adyar, vi alloggiano soprattutto ospiti occidentali. Questo edificio storico ha più di 100 anni e a causa di problemi strutturali del cemento armato ha bisogno di un intervento urgente di restauro totale e per rendere la struttura fruibile secondo gli standard attuali è necessaria anche una modernizzazione.Allo stato attuale Leadbeater Chambers è un bellissimo edificio in stile coloniale di tre piani, con grandi verande e camere spaziose.
L’aspetto esterno non verrà sostanzialmente toccato, perchè il grosso del lavoro riguarderà l’interno dove le opere di modernizzazione sono inevitabili.Queste tre scale nella parte posteriore dell’edificio, che non sono mai state veramente funzionali, verranno tolte e gli spazi trasformati in nuovi bagni e minicucine per le camere che vengono rinnovate sulla parte posteriore dell’edificio. La maggior parte delle camere grandi verranno divise in due più piccole, creando così camere per due persone. Alcune camere grandi saranno mantenute ma verrà aggiunto il bagno e questo soprattutto per facilitare gli ospiti che preferiscono stare in quattro in una camera.Questi cambiamenti saranno fatti su tutti e tre i piani; gli arredamenti che sono antichi saranno rimessi a nuovo e per completare la decorazione delle camere saranno necessari degli arredi nuovi. Le nuove scale di sicurezza saranno costruite alle due estremità dell’edificio e anche se in questa presentazione non si vede, l’obiettivo è rendere questo edificio ecologico:  avrà pannelli solari per l’elettricità,  le ciserne dell’acqua calda per le docce saranno sul tetto, e le acque di scarico dei bagni saranno trattate e riutilizzate.Come si vede chiaramente l’aspetto esterno della edificio non cambierà di molto.(puoi renderti partecipe dei restauri sponsorizzando una camera a tuo nome per soli 5.000 dollari o 4.500 euro o 400mila rupie)

Esoterismo a Trieste -note storiche-

 

 

 

ESOTERISMO A TRIESTE

– NOTE STORICHE –

 

conferenza tenuta da

VINCENZO CERCEO

 

il 30 giugno 2017

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ESOTERISMO A TRIESTE – NOTE STORICHE

 

 

La città di Trieste è conosciuta, a livello nazionale, come località molto interessata agli argomenti esoterici, e la cosa è pienamente confermata dalle numerose iniziative pubbliche che nei vari campi specifici (medianità – gnosi – teosofia – yoga e quant’altro) la cronaca registra pressoché giornalmente, ma tutto ciò è frutto di una lunga tradizione, che ha origini lontane.

Nel tentare di ricostruire per sommi capi detta tradizione, conviene innanzitutto fare riferimento a quello che normalmente viene considerato come l’anno di nascita dell’esoterismo contemporaneo, e cioè il 1875.

Fu in quell’anno, infatti, che a New York fu fondata la Società Internazionale di Teosofia, ad opera della gentildonna ucraina Elena Petrovna Blavatsky, personaggio di grande spessore internazionale, autrice tra l’altro di opere enciclopediche di enorme spessore, quali la “Dottrina Segreta” e la “Iside Svelata”, che sintetizzano tutti i dati allora noti nel campo delle conoscenze esoteriche ed occultistiche.

La nuova Società Internazionale, appena fondata, ebbe subito una enorme diffusione soprattutto nella cultura anglosassone, prima di raggiungere la attuale sede di Adyar, in India, dove la stessa, tuttora in piena e fiorente attività, continua ad operare.

Presto fu possibile aprire sedi staccate in quasi tutte le nazioni del mondo.

In Italia, tale opera di diffusione, coronata da pieno successo, avvenne ad opera di cittadini inglesi e statunitensi che vivevano nel nostro Paese:  Mr. Reginald Gamber Mc Bean a Genova e Milano nel 1890, Misis Jane Murphi sempre a Milano nel 1891, Miss Lloyd a Roma nel 1897 e Misis Cooper-Oakley a Napoli e Torino nel 1900.

A Trieste, allora, come è noto, sotto governo imperiale asburgico, il Console Britannico Sir Francis Richard Burton, famoso orientalista e studioso di sanscrito, era teosofo, ed autorevolissimo nella Associazione, dal 1878.

Fu dunque lui, tra l’altro amico di Joice, a porre in questa città le basi culturali fondamentali per l’affermarsi delle conoscenze esoteriche.

Un primo gruppo Teosofico a Trieste, con interesse precipuo però verso gli esperimenti medianici, fu costituito nel 1908.

Di ciò dà notizia la rivista “Ultra”, stampata a Roma, e specializzata in spiritismo e medianità.

Fondatore fu un inglese quì residente: Mr. Grant A. Greenham, il quale ottenne l’autorizzazione di polizia prevista per operare il 22/06/1909.

All’epoca, infatti, il controllo di polizia sulle associazioni era molto stringente.

Ogni riunione andava comunicata ed autorizzata, ed era sempre presente un agente di polizia che controllava e riferiva al suo Comando.

Visto l’argomento, il “Circolo Studi Medianici” di Mr. Greenham non ebbe vita lunga, e fu sciolto, in seguito all’esposto di alcuni cittadini, nello stesso 1909, ma, nel frattempo, il triestino Costantino Pappacosta riusciva ad aggirare l’ostacolo ottenendo l’autorizzazione ad aprire una nuova loggia questa volta non più medianica, ma teosofica, con sede in Via Settefontane 25, denominata “Apollonio Tianeo”.

Anche questa non ebbe vita facile, infatti l’Imperial Regia Polizia vietò le serate alle quali erano stati invitati i parlamentari italiani Podrecca e Murri, anch’essi teosofi, per cui Mr. Greenham, sceso di nuovo in campo, decise di fondare una nuova associazione, apolitica e puramente esoterica, che chiamò “Loggia Verità”, la quale durò fino al 1938, quando fu sciolta dal regime fascista per violazione alle leggi razziali.

Durante la guerra, dal 1914 al 1918, l’attività della loggia dovette assumere carattere non pubblico ma privato, e le riunioni ristrette vennero tenute presso l’atelier di Rose Novak, una delle socie, in Via Coroneo n° 9.

L’arrivo del governatorato militare italiano, nel 1918, fu molto favorevole per la loggia.

Gli alti ufficiali italiani erano quasi tutti massoni ed appassionati di medianità, per cui l’attività della stessa fu potenziata e favorita.

Le conferenze di esoterismo si tenevano pubblicamente al “Tartini”, le sedute medianiche presso residenze dell’alta società Triestina, e fu iniziata la pubblicazione di ben due riviste: la rivista “Servizio”, sempre del Greenham, e gli “Annali di Teosofia” di Giorgio Ravasini.

il 12 ottobre 1929 la presidentessa mondiale della società Teosofica, Annie Besant, e Krishnamurti, filosofo esoterista indiano, visitarono Trieste, e Krishnamurti tornò il 14 febbraio 1930 per una conferenza.

Sempre nel 1930 si costituì la casa editrice ARTIM con l’obiettivo di pubblicare scritti esoterici.

Tornando al 1919, il 18 luglio di quell’anno la Santa Sede dichiarò incompatibile la Teosofia con la fede cattolica, giudizio tutt’ora formalmente valido, anche se, nella pratica, caduto in desuetudine.

L’ 8 dicembre 1934, la Prefettura di Trieste, a domanda dei responsabili della loggia “Verità”, dichiarò la stessa legittima ed autorizzata ad operare, ma, con le leggi razziali del 1938, si pose il problema del principio di base della Teosofia che prevedeva l’uguaglianza di tutti gli esseri umani senza distinzioni di sesso, razza e religione.

Il governo chiese che il punto relativo alla razza fosse cancellato dallo statuto ufficiale della società, ma i soci, nel congresso straordinario di Genova del 20 novembre 1938, rifiutarono.

Ciò provocò lo scioglimento della società Teosofica italiana con atto governativo del 14 gennaio 1939 ed il successivo sequestro di tutti i beni della società stessa.

A Trieste, comunque, la società continuò ad operare nella clandestinità, ad opera dei soci Bratina, Godenigo e Scrimali, nonostante le diffide della Questura nei loro confronti.

Nel giugno 1945, la società riparte con una nuova sede, in Corso Saba 6, in un locale messo a disposizione del teosofo triestino oriundo ungherese conte Adamy de Torezol, colonnello degli Ussari ai tempi dell’Impero, e letterato in lingua tedesca ed ungherese.

Tra le attività a cui si dedicò in particolare la loggia triestina, vi fu la protezione degli animali, curata in particolare dalla socia baronessa Nora Economo, fondatrice del rifugio ASTAD.

Nel 1954 fu creata la Casa Editrice “Sirio”, che dette corso alla pubblicazione di centinaia di Testi esoterici tra cui le opere della Blavatsky.

Per tornare un attimo al passato, conviene ricordare che nel 1907 parlò a Trieste, in un “Politeama” colmo di pubblico, il Prof. Morselli, celebrità mondiale in quanto studioso di spiritismo, a richiesta e su invito del Presidente della “Federazione Spiritica Triestina” Giorgio Mingotti; né va dimenticata la figura dell’esoterista Capitano Bustani, orientalista, studioso di Ermete Trismegisto, di gnosi e di spiritismo, morto nel 1890.

Si tenga infine presente che il simbolo esoterico del gigante che regge il cielo sulle spalle fu creato nel 1617 a Capodistria dal monaco Fortunato Padovano.

Concludiamo con un elenco delle riviste esoteriche pubblicate, in progressione, a Trieste dal 1922: “Servizio” (1922-1924), “Annali di Teosofia” (1922-1924), “Ananda” (1930-1934), “Atman” (1945-1948), “Il Teosofo” (1968-1971), “Rivista Italiana di Teosofia” (1971-1995) e l’elenco è sicuramente incompleto.

 

Vincenzo Cerceo.

 

Presentazione del blog mensile Presidente Mondiale Tim Boyd (Aprile) 2017

Traduzione dal video blog di ottobre 2017 del Presidente Mondiale Tim Boyd
ciao a tutti,questa volta il videoblog vi arriva da Adyar, dalla sede internazionale della ST.
Come sempre ho diverse cose da raccontarvi, aggiornarvi, soprattutto di quello che sta succedendo qui ad Adyar, in particolar modo per quanto riguarda restauri e rinnovi.
Una delle cose che vi voglio far vedere è che siamo nel pieno della stagione monsonica. Ieri ed oggi c’è stata una pausa, ma per domani è previsto il ritorno delle piogge forti.
Il che è un bene per il nostro campus. Uno degli aspetti positivi di Adyar è che è sempre stata autosufficiente per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico. Tutta l’acqua qui proviene dai pozzi, purtroppo però non è potabile.
Così ci siamo trovati ad aver bisogno di impianti di filtraggio. Abbiamo già tre o quattro grandi impianti che funzionano con l’osmosi inversa ma ne abbiamo appena inagurato uno nuovo, vi farò vedere alcune immagini.
Un altro punto riguarda il dispensario per animali intitolato ad Annie Besant, che è stato un po’ in pralaya, diciamo così. Non ha funzionato a regime per un po’ ma nell’ultimo anno c’è stata davvero una ripresa dell’attività e vi farò vedere qualcosa.
E’ un’attività che sa avendo un forte impatto qui a Chennay ed è qualcosa di cui possiamo andare piuttosto fieri se lo consideriamo in termini della sofferenza animale, soprattutto per i cani randagi, che sono così diffusi qui.
Voglio anche portarvi nel nostro Blavatsky Bungalow, dove sono iniziati i lavori di restauro. Come sapete negli ultimi due anni si è parlato di donazioni per produrre i fondi per iniziare i lavori. Beh, finalmente ci siamo. Da luglio. Così siamo all’inizio, è un progetto che occuperà dagli otto mesi ad un anno. Si tratta di un restauro completo e ne vedrete qualcosa.
Quello che è successo è che per questi lavori abbiamo dovuto fare una specie di salto all’indietro per cercare le tecnologie che sono state usate per costruire questi edifici, ed erano favolose. Con il clima caldo e umido, moltissima acqua, gli edifici furono costruiti come un’entità  che respira, traspiravano l’acqua e raffreddavano gli ambienti. Queste tecniche oggi sono andate perdute e abbiamo iniziato ad usare il cemento e le pitture che sigillano l’acqua nei muri e causano molti dei problemi che abbiamo ora agli edifici, ma vedrete come questo sia reversibile.
Poi vorrei parlarvi, farvi vedere qualcosa dell’11 congresso mondiale 2018 che si svolgerà a Singapore, in agosto. Con Mariia Artama, la segretaria internazionale, ci siamo incontrati con il comitato organizzatore a Singapore, abbiamo visitato il posto, visto i programmi dell’evento.
Una cosa importante che vi devo dire è per favore iscrivetevi per tempo. C’è un limite massimo davvero rigido che è di 300 persone e confermeremo quindi i primi che si iscriveranno.
Il programma è molto bello, la sede anche, vi mostrerò qualosa nel video.
Di nuovo, come sempre, buona visione e mi auguro vi piaccia.
il 1 ottobre, nel salone principale, abbiamo festeggiato il compleanno di Annie Besant, io in qualità di relatore principale sono stato presentato dalla neo eletta tesoriera internazionale, Nancy Seacrest. L’evento è proseguito con il dono delle ghirlande alle statue dei fondatori e un’intervista con dei giornalisti locali.
Moltissime attività stanno proseguendo qui al campus, una delle quali è stata l’inaugurazione del nuovo impianto di purificazione dell’acqua a osmosi inversa, appena installato. Ha una capacità di 500 litri all’ora. E’ un impianto molto importante perchè qui al campus tutta l’acqua proviene dai pozzi e dev’essere purificata.
Prima apertura del rubinetto e in qualità di Presidente ho bevuto i primi sorsi, seguito dal nostro General Manager e l’architetto ospite per i progetti di restauro, Michiel Haas.
Una delle feste più importanti qui è Diwali, la festa delle luci o Depavali come viene chiamato nell’India del Sud, cosi siamo andati al nostro centro di assistenza sociale per fare visita ai bimbi e alle insegnanti, che hanno cantato una canzone, sono stati portati dei doni com’è usanza, ai bambini sonno piaciuti molto, e naturalmente ci sono stati subito dopo i botti (fuochi d’artificio). Così abbiamo potuto verificare i lavori di restauro che si stanno svolgendo. Tutti i tetti danneggiati dall’uragano Varda sono stati riparati, come i giochi per i bambini che sono stati rinnovati e il nuovo impianto a osmosi inversa e il sistema di purificazione.
Tutti questi lavori, ad esclusione dei lavoro di riparazione dei tetti, sono stati possibili grazie all’aiuto della sezione A. Besant di Cleveland, USA.
L’impianto di purificazione è sistemato in questo edificio ed è stato costruito un nuovo marciapiede con muri di sostegno per un nuovo blocco di toilette che si stanno costruendo. I muri di cemento sono necessari perchè nella stagione monsonica, che è ora, i sentieri vengono allagati. Ecco dove si stanno costruendo le nuove toilette.
Ecco Nancy Seacrest, la nostra segretaria internazionale del OTS, che parla con la dr. Reberty a proposito di un progetto in cui sono entrambe coinvolte.
Una trasformazione davvero notevole è quella che è avvenuta al nostro dispensario per animali intitolato ad Annie Besant; il signor Shruban Krishna, qui in foto, ne ha assunto il comando e ha davvero fatto dei passi avanti anche grazie alla collaborazione di un gruppo di volontari, fra cui ci sono delle persone molto qualificate.
I nostri cani, molti dei quali randagi che vengono abbandonati sulle strade, qui ricevono cibo. Ci hanno regalato delle brandine per non farli stare per terra, e come vedete hanno imparato ad aprezzare questi nuovi oggetti, in effetti anche a me non dispiacerebbe. Si fanno anche dei trattamenti speciali per i cani con paralisi. Una specie di acqua-terapia, ginnastica in acqua per aiutare le bestie con problemi alle zampe. Grazie alla generosità di un solo benefattore abbiamo potuto attrezzare completamente la sala chirugica.
E’ davvero una cosa bella, e ci sono molte altre attività che proseguono qui al campus e che spero molti di voi avranno l’occasione di vedere quando ci verrete a trovare.
Una delle cose belle qui ad Adyar è che ogni giorno c’è qualcosa di nuovo e affascinante che passa dalla mia scrivania.
Questa è una lettera che viene dai nostri archivi e che é attribuita a Mahatma M., ci racconta della separazione di William Quan Judge dalla Società Teosofica, qui ad Adyar.
Affascinante.
Durante la prima settimana di ottobre sono stato a Varanasi, per condurre un seminario di studio di tre giorni e un evento del OTS. Il Segretario Generale, appena eletto, signor Pradeep Gohil, un uomo dinamico, era lì in veste di Presidente dell’evento.
Ho potuto visitare anche il nuovo dormitorio che è stato costruito per il college femminile che si trova proprio lì nel campus a Varanasi.
La ST di Taranasi ha una storia molto ricca, grazie al lavoro di Annie Besant nell’educazione e in molti altri ambiti. Al seminario c’è stata una buona partecipazione, circa cento persone sono venute e ho avuto la possibilità di fare degli interventi giornalieri. Ecco qualche immagine dalle attività collaterali, le ragazze del college hanno cantato, e poi un gruppo delizioso di bambine sorde che ci hanno presentato un programma.
Dopo i doni ai bambini è stata la volta del programma dell’OTS nazionale, introdotto dal Segretario per l’India signor Siva Prasaad,  seguito dal Presidente signor Bhattacharia.
Prima di tornare ad Adyar ho potuto vedere i dipinti delle forme pensiero e come sono esposte. Queste in realtà sono delle copie fotografiche perfette.
E siccome quelli di voi che hanno seguito un po’ le vicende di Adyar sanno che i lavori di restauro sono cominciati. Da un paio di anni stiamo raccogliendo fondi per i lavori, che sono iniziati dal Blavatsky Bungalow.
Questo edificio è stato donato nel 1908 alla ST per conto di M.me Blavatsky ed ha una grande storia di cui stiamo ancora cercando dettagli.
La squadra di lavoro coinvolta comprende il sig. Naresh Takur a sinistra, che è il capo impresario, si tratta di un lavoro altamente specializzato. Il nostro vice presidente sig. Rajesh è stato davvero molto molto di aiuto.
Durante i lavori abbiamo avuto di problemi con le fondamenta che hanno richiesto un lavoro di trivellazione per sostenere le stesse, abbiamo scoperto che sono delle fondamenta poco profonde per una costruzione così grande. Si è trattato poi di sostuituire moltissime travi, che come potete vedere erano in pessime condizioni, e che sono un po’ dappertutto nell’edificio. Quste sono alcune delle più grandi che reggono la soprastruttura.
Tra gli artigiani che stanno lavorando, i carpentieri provengono per la maggior parte dal Kerala, che è una zona dell’India famosa per la carpenteria. Ecco qualcuno di loro al lavoro, mentre assemblano i pezzi di legno. Il legno stesso era un legno speciale, una volta si usava il teak, mentre oggi si tende ad usare un legno che si chiama mathi, un legno molto duro. Ma gurdate i tagli che fanno affinchè le giunte combacino perfettamente. E’ notevole: non un chiodo o una vite, tutto dipende dalla maestria e precisione dei tagli. Date un’occhiata a questo! Per me è incredibile!
Il lavoro che è stato fatto al Blavatsky Bungalow è proprio un restauro completo e molte delle tecniche che sono necessarie sono antiche, per lo più sono andate perdute.
Questa per esempio è una tecnica per proteggere i pavimenti.  Sulle piastrelle viene posto uno strato di tela o plastica e poi coperto da uno strato di gesso, così il pavimento riapparirà illeso.
Pali di bambu per le impalcature. Le balaustre fatte di ceramica sono state restaurante con uno stucco di calce. Molti dei problemi che abbiamo affrontato durante i restauri sono dovuti al fatto che abbiamo perso traccia delle tecniche costruttive originali.
Tutti questi muri erano ricoperti da un intonaco di calce, che lasciava traspirare l’umidità. Negli anni si sono fatte delle riparazioni in cemento, che invece non fa traspirare e porta ai problemi che vediamo oggi. Questo è il salone, com’è ora, e come sarà quando avremo finito i lavori, fra sei otto mesi.
Poi sono stato a Singapore, ad incontrare la sezione della ST che è responsabile dell’organizzazione del congresso mondiale 2018, che sarà appunto a SIngapore in agosto. E’ una città bellissima e la location di conseguenza, l’organizzazione sta procedendo. Ecco l’incontro con il gruppo per pranzo, poi siamo tornati alla loggia per parlare dei dettagli e degli ulteriori progetti.
L’edificio dove si fanno gli incontri è molto bello, la loggia di Singapore è davvero una storia di successo. Sonny Chong, qui in foto a sinista, con sua moglie Lily sono stati degli ottimi leader ed hanno riporato la sezione, che era stanca, ad una vitalità notevole. Ora sono più di 400 persone, la sola loggia di Singapore conta più membri di molte delle nostre sezioni. E’ una loggia vecchia, il cui atto costitutivo è stato firmato da Annie Besant ma in effetti risale a prima, al colonello Olcott.
Mentre sono stato lì si è svolto un meeting e una conferenza con il gruppo, e come sempre con loro c’erano tra gli 80 e i 100 partecipanti, insomma un’ottima occasione per incontrarci, parlare e fare una successiva discussione. A proposito del congresso Mondiale che si terrà in Agosto, raccomando tutti coloro che sono interessati a partecipare a prenotare presto.
Si terrà al Ramada, nelle loro sale, e c’è anche un albergo vicino, il Day’s Hotel con cui divideremo il campus, separato da un parco.
Abbiamo visitato il posto, grazie al personale del Ramada, ci hanno fatto vedere le strutture, che sono eccellenti e magnifiche per i nostri meeting.
Questa sarà la sala principale, dove si terranno gli incontri, queste le sale invece per i break e i pranzi. Bellissima vista sugli alberi di baniano che circondano alcune sale comuni.
Se da una parte il Congresso a Singapore sarà in una location bellissima, dall’altra questo ci obbliga ad una partecipazone massima di 300 persone, per cui vi raccomando di prenotare presto perchè temo che per questo paricolare evento saremo costretti a rifiutare delle adesioni.

Quindi per infomazioni ecco il sito, www.ts-adyar/event/11th-word-congress  per favore prenotare per tempo. Non vedo l’ora di incontarvi a Singapore.


Traduzione della nostra sorella

Renate Pedevilla

Evento conferenza mondiale

Il Presidente Internazionale Tim Boyd dopo aver visitato la sede di Via Toti, 3 del Gruppo Teosofico Triestino, ha tenuto una conferenza pubblica al Ridotto del Teatro Verdi. Introdotto dal  Segretario Generale della Società Teosofica Italiana Antonio Girardi e dal Presidente del Gruppo Teosofico Triestino Diego Fayenz e con la traduzione di Renate Pedevilla ha trattato il tema: “La Fratellanza: base per il nostro futuro”.

La relazione è stata sviluppata ad ampio raggio toccando una vastità di argomenti di valenza internazionale  creando un profondo interesse su gran parte dei presenti sul tema trattato.

Tutto il discorso è stato registrato in formato Mp3 alla pagina PDF del sito in file audio.

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L’organizzazione dell’evento è stata curata dallo stesso Gruppo Teosofico Triestino “Edoardo Bratina”che vuole ringraziare il nostro Presidente Mondiale Tim Boyd per il suo intervento a Trieste,  tutti i partecipanti  interessati che sono pervenuti alla conferenza e i  rappresentanti dei vari centri e gruppi Teosofici Italiani ed Esteri .

Un ringraziamento particolare va al nostro socio Onorario Claudio Biagi esperto conoscitore delle discipline e Maestro Yoga, che oltre ad occuparsi di trattare i temi di Yoga nelle serate del venerdì,  in questi due anni  in occasione dei congressi annuali è stato accompagnatore del Presidente Mondiale Tim Boyd,  l’anno scorso a Venezia e quest’anno nella nostra città.