![]() 109° Congresso Nazionale della Società Teosofica Italiana ![]() La sublime Armonia, bellezza della Vita Il 109° Congresso Nazionale della Società Teosofica Italiana si terrà, dal 2 al 4 giugno 2023, presso l’Hotel Internazionale di Cervignano del Friuli (UD), a breve distanza dal sito archeologico di Aquileia e dal centro turistico-termale di Grado. Il tema del Congresso sarà: “La sublime Armonia, bellezza della Vita”. Quello del Congresso è l’appuntamento più rilevante cui sono chiamati i Soci e i Simpatizzanti della Società Teosofica Italiana. È l’occasione non solo di approfondire un importante tema di studio ma anche di condividere i diritti e i doveri della vita associativa oltre alla possibilità di incontro fraterno con gli altri partecipanti. In allegato il programma di massima e tutte le informazioni utili. Per ulteriori informazioni: e-mail sti@teosofica.org, telefono 0444-962921. Qui il programma e tutte le informazioni |
Categoria: News
ANTONIO GIRARDI – Presidente Nazionale della S.T. I. – “LA TEOSOFIA, LA FRATELLANZA E I MAESTRI DI SAGGEZZA”.
LA BHAGAVAD-GITA O IL POEMA DEL DIVINO
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Gli esseri umani spesso sottovalutano sia le loro possibilità di comprensione del significato della vita sia quelle di poter contribuire all’evoluzione, elemento questo collegato alla legge di equilibrio universale. Per comprendere il cosmo e la manifestazione è sufficiente iniziare a prendere coscienza del proprio respiro, portando l’attenzione a incontrare il simbolo – il respiro appunto – del ciclo del movimento universale. Per favorire l’evoluzione si può cominciare valorizzando le relazioni con gli altri, attraverso la capacità di donare calore umano, una delle manifestazioni più significative del fuoco puro dell’Amore. Calore umano che trova un’importante traccia espressiva nel sorriso. Senza dimenticare le parole di Charlie Chaplin: “Il potere serve solo quando si vuole fare qualcosa di dannoso, altrimenti l’amore è sufficiente per fare tutto il resto”. Ultime News ![]() ![]() Il 109° Congresso Nazionale della Società Teosofica Italiana si terrà, dal 2 al 4 giugno prossimi, presso l’Hotel Internazionale di Cervignano del… ![]() ![]() Nel maggio 1980, mentre si trovava a Ojai in California, Krishnamurti rispose così a una domanda che gli era stata posta: “La parola buono significa… ![]() ![]() Il Centro Teosofico internazionale di Naarden, in Olanda ospiterà, dal 2 al 6 giugno prossimi, un importante seminario sul tema: “Cooperative Work… ![]() ![]() Segnaliamo il libriccino “Kairos e Zen” di Salvatore Shōgaku Sottile, pubblicato dal Centro Zen Mu So Mu Nem. Il termine Kairos, definito… ![]() ![]() Da molti anni prospera a Vicenza e dintorni “La Scuola del Villaggio”, un’iniziativa promosso da don Gabriele Gastaldello, un sacerdote con solidi… ![]() ![]() È questo il titolo del Raduno Internazionale dei Giovani Teosofi, che si terrà dal 9 al 15 giugno prossimi al Centro Teosofico internazionale di… ![]() ![]() Il Labirinto è, nella sua accezione più comune, quella parte del palazzo cretese di Minosse dove era rinchiuso il Minotauro e da dove Teseo poté… ![]() ![]() Il trentanovesimo appuntamento del ciclo “I mercoledì con la Società Teosofica” si è svolto il 22 marzo 2023, con una serata dedicata a una… ![]() ![]() In un mondo in grado di generare simultaneamente una grande quantità di informazioni viviamo tutti al centro di notizie amplificate dai molti mezzi di… ![]() ![]() Segnaliamo il nuovo libro del fisico Carlo Rovelli, “Buchi bianchi” pubblicato da Adelphi. Anche questo “viaggio” proposto da Rovelli, che oltre ad… ![]() ![]() È uscito il numero di marzo-aprile della Rivista Italiana di Teosofia. L’editoriale, a firma del direttore Antonio Girardi, porta il titolo “La… © 2007-2022 Società Teosofica Italiana. Tutti i diritti riservati. E-mail: sti@teosofica.org |
Programma del secondo trimestre 2023
Trieste, 27 marzo 2023
Carissimi!
Abbiamo il piacere di inviarvi il programma del nostro Gruppo per il 2° TRIMESTRE 2023, per gli incontri in Sede e in Zoom.
- Incontri in SEDE ogni VENERDÌ:
- Verranno trattati, alternativamente, il “Buddhismo Esoterico” di A.P. Sinnett con il Presidente dr. DIEGO FAYENZ, e il “Manuale di Teosofia” di C.W. Leadbeater con il Vicepresidente BRUNO KOTERLE, con lettura e commenti.
- Nelle date sottoscritte, potranno venir inserite altre eventuali relazioni tenute dal Sig. Claudio Biagi, od altre possibilità, nel qual caso vi daremo tempestivo avviso.
- VENERDÌ 07 APRILE – BRUNO KOTERLE
- VENERDÌ 14 APRILE – CLAUDIO BIAGI (3a parte BHAGAVAD-GĪTĀ)
- VENERDÌ 21 APRILE – BRUNO KOTERLE
- VENERDÌ 28 APRILE – ANTONIO GIRARDI – Presidente Nazionale della S.T.I.
che terrà una conferenza dal titolo: “LA TEOSOFIA, LA FRATELLANZA E I MAESTRI DI SAGGEZZA”. - VENERDÌ 05 MAGGIO – DIEGO FAYENZ
- VENERDÌ 12 MAGGIO – BRUNO KOTERLE
- VENERDÌ 19 MAGGIO – DIEGO FAYENZ
- VENERDÌ 26 MAGGIO – BRUNO KOTERLE
- VENERDÌ 09 GIUGNO – DIEGO FAYENZ
- VENERDÌ 16 GIUGNO – BRUNO KOTERLE
- VENERDÌ 23 GIUGNO – DIEGO FAYENZ
- VENERDÌ 30 GIUGNO – BRUNO KOTERLE
- Proseguono gli incontri in ZOOM ogni secondo GIOVEDÌ con il dr. Diego Fayenz:
- Ci riserviamo di inviarvi il nuovo argomento che verrà trattato dal 20 Aprile, appena esso sarà definito.
- 06 APRILE: “ALEXANDRA DAVID-NÉEL: UNA DONNA DA RICORDARE”
- 20 APRILE “C.G.JUNG E LA TEOSOFIA”
- 04 MAGGIO
- 18 MAGGIO
- 01 GIUGNO
- 15 GIUGNO
- 29 GIUGNO
- Ci riserviamo di inviarvi il nuovo argomento che verrà trattato dal 20 Aprile, appena esso sarà definito.
In attesa di rivedervi numerosi, fraternamente vi salutiamo!
La Segreteria.
Inizio nuovo anno accademico e regole di accesso in sede
Carissimi, siamo orgogliosi di inaugurare un nuovo anno accademico nonostante le avversità attraversate in questi ultimi periodi. La prima conferenza si terrà il giorno venerdì 9 ottobre, come da calendario visibile sul sito.
Ci teniamo a ricordare le regole di accesso alla Sede di Via Toti, 3 in modo da poter svolgere le attività in sicurezza e serenità.
Entrando nella nostra Sede, è fatto obbligo di:
- Indossare la mascherina (la quale può essere tolta solamente quando si resta seduti in posizione fissa).
- Disinfettarsi le mani.
- Mantenere la distanza di un metro dalle altre persone.
- Tenere presso di sé i propri indumenti (cappotti, borse, ecc.)
LA PRENOTAZIONE ALLE CONFERENZE E’ OBBLIGATORIA IN QUANTO I POSTI SONO LIMITATI.
Vi ringraziamo per la comprensione e ci auguriamo di vederci presto.
VideoConferenza di Tim Boyd
Care Sorelle e cari Fratelli, in questo momento, sentiamoci tutti uniti nel nostro far parte della Famiglia Teosofica.
Ed è proprio alla Famiglia Teosofica, ma non solo, che si rivolge il Presidente Internazionale della Società Teosofica Tim Boyd in un video che ci ha inviato e che abbiamo inserito anche nel nostro sito internet:
Il video messaggio di Tim Boyd è portatore di una nota di riflessione e di solidarietà; la sua positività fa leva su alcune parole chiave che possono caratterizzare il momento presente, quali: autoconsapevolezza, superamento del distanziamento sociale, utilizzo del pensiero positivo e dell’immaginazione creativa, lettura, sostegno all’altro.
Tim Boyd esprime attraverso il suo dire e il suo condividere quell’aspetto pratico in cui si sostanzia la Teosofia vissuta. Un messaggio di non poco conto, che va oltre le parole pronunciate. Un messaggio davvero da ascoltare e che si conclude con una cosa molto simpatica: il saluto di molti componenti del Consiglio Generale Internazionale della S.T. Anche questo è un modo per sentirci tutti uniti. Invito tutti noi a dare la maggior diffusione possibile al video specie fra i soci e i simpatizzanti.
Un vivo ringraziamento va al Fratello Enrico Stagni per la traduzione e la sottotitolazione in italiano del video!
Con un fraterno abbraccio e con l’augurio di Ogni Bene,
Antonio
La Società Teosofica al tempo del Coronavirus e della Pasqua
Dal carnevale alla quaresima, per alfin risorgere
Il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima, quest’anno ricorreva il 26 febbraio. Tre giorni prima, il Consiglio dei Ministri emanava il decretolegge n. 6, che sanciva la chiusura totale dei comuni con focolai attivi da coronavirus e la sospensione di ogni manifestazione ed evento nei territori di competenza. Nei giorni successivi le misure di restrizione si sono fatte progressivamente più ferree e sono state estese via via a tutta Italia. D’un colpo la frenesia che il Carnevale ben rappresenta e che era l’ormai insopportabile nota dominante delle nostre vite si è dissolta; in un fiat siamo caduti a piè pari nel girone quaresimale della riflessione e dei mea culpa. Mi è stata chiesto spesso, in questi giorni, un’opinione su quello che sta accadendo e sulle sue cause. Nel contempo mi sono state proposte molte ipotesi sulla genesi di un tale drammatico avvenimento: taluno dava la colpa di tutto alle guerre batteriologiche, qualcun altro vi scorgeva oscuri complotti internazionali, altri ancora accordi economici segreti per impadronirsi delle ricchezze delle nazioni, e così via. In realtà la Teosofia ci insegna che tutto ciò che si manifesta esteriormente non è che il frutto di ciò che creiamo dentro di noi. La Natura è come un grande specchio, che ci restituisce quanto diamo: ogni tanto svuota il secchio e contraccambia, quale che ne sia il contenuto. Nel Theosophical Glossary, se vogliamo fare una citazione, troviamo questa frase illuminante: “La luce astrale che circonda ed interpenetra il mondo è come una sala degli specchi, che riflette in maniera intensificata le emanazioni che ha ricevuto dall’umanità”. È questa la grande opportunità delle giornate surreali che stiamo affrontando: invece di cercare fuori il colpevole, pensiamo che anche noi abbiamo contribuito a far sì che questo accadesse e quindi cerchiamo di porvi rimedio con pensieri, vibrazioni ed aspirazioni elevate, e tutto quello che di buono abbiamo dentro. Il nostro livello di coscienza può essere un aiuto davvero prezioso per tutta l’umanità. Mi piace allora riproporre un breve racconto, che certo tutti ricorderete: “Un giorno un uomo ricco consegnò un cesto di spazzatura ad un uomo povero. L’uomo povero gli sorrise e se ne andò col cesto, poi lo svuotò, lo lavò e lo riempì di fiori bellissimi. Ritornò dall’uomo ricco e glielo diede. L’uomo ricco si stupì e gli chiese: Perché mi hai donato fiori bellissimi se io ti ho dato la spazzatura? E l’uomo povero rispose: Ogni persona dà ciò che ha nel cuore”. A pochi giorni dalla Resurrezione sogno che ciascuno di noi, che ciascun essere umano, offra al mondo “ceste” di pensieri ispiranti, di riflessioni profonde, di gesti generosi, di parole che guariscono, di preghiere che elevano, di speranza per ogni essere, di fiducia nell’Assoluto e nelle sue sacre Leggi. Se poi nella cesta ci fosse anche un bell’uovo pasquale di cioccolata, sarebbe perfetto.
Patrizia Moschin Calvi
Il Tempo
Qualunque attività scandisca il nostro quotidiano in questo “particolare” periodo, facciamo – ora più che mai – del nostro tempo il Tempo. Impieghiamo questo Tempo per consapevolizzarci, conoscerci e liberarci da quelli che Bernardino del Boca avrebbe definito “virus del pensiero”. Riappropriamoci di questo Tempo per ponderare, pensare e riflettere; rivalutiamo, riconoscendo e identificando i nostri spazi, le nostre priorità verso noi stessi, verso l’altro e verso il mondo, per riscoprirci sempre studenti della vita e delle sue circostanze, dei suoi momenti e dei suoi periodi tanto turbolenti e tanto quieti, nella permanente condizione di viandanti, con cui imprimiamo giorno dopo giorno tracce, pensieri ed orme tra le complessità di questo e dei tanti Universi che a malapena immaginiamo o riteniamo di poter afferrare; torniamo a meravigliarci per la nostra piccolezza; corroboriamo le nostre forze, e dirigiamo con cura il nostro impegno verso finalità Elevate per fare del Bello e del Buono motivo di impegno sui piani della vita cui ci è concesso operare ed essere-fare la differenza; riappropriamoci del Tempo per pensarci e ripensarci, ridefinirci, ricostruendo ponti con noi stessi e col mondo, ricostituendo i nostri tessuti di una più solida e fitta trama di consapevolezze sulle tante e mutevoli forme del presente e su quale ruolo e connessione rivestano nei nostri tanti mondi interiori; torniamo a respirare, a contemplare, a chiederci “perché?”, rallentiamo per tornare ad ascoltare musica, sublime arte del colorare il Tempo; sfidiamo le nostre certezze, mettiamole sempre e costantemente alla prova, anche come semplice gioco; mettiamo a nudo ed evidenziamo i nostri limiti nutrendo profonda speranza nelle nostre altrettanto infinite potenzialità per poter procedere, domani, con maggior leggerezza e con minor bagaglio emotivo nel nostro incessante cammino; guardiamo, osserviamo, studiamo e riscopriamo nell’altro ed in noi l’Umanità quale più elevata espressione di ciò che è Bello e Buono, nell’ordinarietà e straordinarietà della Vita. Facciamo di questo tempo il Tempo.
David Berti, Presidente del Gruppo Teosofico “Umbro”
Riflessione
Passeggiando lungo il naviglio Martesana a Milano (vicinissimo a casa) ho conosciuto nuovi amici. C’è la gallinella d’acqua che sta covando le uova ed è nutrita dal compagno, c’è l’airone che controlla la situazione da par suo, pesciolini appena nati che si divertono facendosi accarezzare dalla corrente, un simpatico pappagallo che mi saluta con allegria, la magia delle foglie che prendono forma e i colori sfavillanti di una moltitudine di fiori. Mi sembra di essere tornato a migliaia di anni fa: sento il “respiro” della natura come mai mi era successo; è come se le strade, i palazzi, le macchine, come se tutto fosse scomparso e fosse rimasto solo il ciclico movimento della terra. Questo movimento non riguarda sol il nostro pianeta ma l’intero Universo. Stiamo vivendo un momento eccezionale e abbiamo la possibilità di entrare in comunione con la Vita con un’intensità senza precedenti: c’è tanto Amore sopra le nostre teste, facciamolo scendere tra noi.
Paolo Parini
Il Silenzio e le Sincronicità ai tempi del Coronavirus
Domani è Pasqua di Resurrezione e, per la prima volta – non so se nella storia però certamente nella mia ormai lunga vita-, passeremo la Pasqua rinchiusi ognuno a casa propria. Mentre la Natura prosegue imperturbabile il suo lavoro primaverile e il sole inonda di luce il tenero verde germogliante degli alberi, i glicini e i fiori che sbocciano regalando i loro colori a un pianeta quasi immobile, il Silenzio invade le città, penetra invisibile nelle strade, nei parchi vuoti e, attraverso le finestre aperte delle case, riempie i nostri corpi e le nostre anime.
E’ questa la cosa che più mi ha colpito in questo lungo mese di isolamento: il Silenzio. Un Silenzio che Papa Francesco il 27 marzo, nella Sua preghiera per la pandemia del corona virus, ha scelto come simbolo significativo di questo periodo di quarantena. Non è il Silenzio che uno potrebbe scegliere nei momenti di grande effervescenza per allontanarsi ‘dal mundanal ruido’, come direbbe il Poeta; è un Silenzio non scelto che chiama alla riflessione.
Penso che tutti ci siamo chiesti come mai è arrivata questa pandemia su tutto il pianeta, obbligando governi e popoli – volenti o nolenti – a fermarsi. Forse il corona virus è un grido esasperato di allarme di un pianeta che sta soffrendo e morendo per colpa nostra. Forse ci sta dicendo che è ora di ripensare il modo di vivere di una civiltà troppo lontana ormai dalla Natura e dal senso etico ed ecologico del vivere. Forse ci sta dicendo che, per sopravvivere al caos globale di questo momento bisogna avere la capacità di affrontare la vita in modo diverso. A questo mira il Silenzio, secondo me, a risvegliarci dall’ottusità di una quotidianità vissuta con poca consapevolezza e con scarso discernimento.
Sapremo accogliere la sfida di un tempo così difficile e così diverso dal solito? L’Apocalisse sembra essere arrivata da noi senza preavviso e tutti, scrittori, filosofi, artisti, psicologi, sociologi, musicisti, registi, e via dicendo, cercano di raccontare e interpretare il dramma che si svolge davanti ai nostri occhi. Youtube e lo smarphone, la televisione e i giornali offrono ai reclusi il godimento di opere d’arte, concerti, balletti, anche un po’ di humour, una pluralità di stimoli per ‘passare il tempo’, per uccidere il Silenzio. Ma è difficile far tacere un Silenzio che va al di là del nostro quotidiano agire, un Silenzio che arriva da lontano e dal profondo dello spazio, e trascende il ticchettio dell’orologio. Questo Silenzio parla alla nostra anima e ci invita a ricordare chi siamo e cosa siamo venuti a fare nella Terra. Forse anche a tenere presente che, nel rumore del vivere, abbiamo dimenticato il ponte che può portarci ad intensificare un elemento cruciale per il nostro Spirito: la Sincronicità.
Sono certa che ognuno di noi ha avuto esperienze sfuggevoli di Sincronicità nell’arco della propria vita. Lo psichiatra Carl Gustav Jung, che ha coniato il concetto, ha spiegato con chiarezza che la Sincronicità ci permette di identificare i fenomeni degni di attenzione che in passato potrebbero essere stati ignorati. La Sincronicità è un modo di aiutare a trascendere il fluire quotidiano degli eventi e dare la giusta attenzione a fenomeni che forse sono passati prima inosservati. Più prestiamo attenzione ai fenomeni sincronici, più essi aumentano quantità e qualità della loro manifestazione.
In un momento per forza ‘atemporale’ come questo che stiamo vivendo, in cui la percezione del tempo è rallentata, restare in stato di attesa e ricordarsi di ricordare in ogni momento chi siamo nella nostra Essenza e che ogni momento è un momento in più che la Vita ci regala e un momento in meno se non sappiamo approfittarne, è importante tenere presente che le Sincronicità ci permettono di essere guidati e forse anche protetti dai pericoli di questo momento storico, oltre a raggiungere una lucidità maggiore per capire la nostra natura spirituale e il momento che stiamo tutti vivendo.
Quindi non sarebbe male appiccicare sullo specchio del bagno o sul frigo un bigliettino per ricordarsi di creare ogni giorno l’aspettativa necessaria per richiamare alle nostre vite l’evento sincronico. Si potrebbe pensare che il Corona virus rappresenti a livello cosmico una Sincronicità inviata dal pianeta come appello drammatico per risvegliare anche tutti i governi del mondo. Comunque, la sfida per noi umani sarebbe quella di riuscire a mantenere il flusso sincronico in modo di allargare il significato nascosto nelle esperienze che trascendono il fluire quotidiano. Ora più che mai, nel momento in cui non possiamo comunicare con gli altri, possiamo capire il pensiero di Krishnamurti che ci ricorda che l’uomo è un essere in relazione, e che ogni conversazione con gli altri è uno scambio di visioni del mondo che permette il procedere dell’evoluzione umana. E’ l’essere in relazione che consente il passaggio da una fase storica della conoscenza a quella successiva. E quando l’interazione tra essere umani è centrata sulle verità sincroniche, il processo delle rispettive visioni del mondo dovrebbe essere in grado di accrescere la nostra consapevolezza.
Per questo motivo, speriamo che questa Pasqua di Resurrezione così diversa per tutti, che ci spinge a valutare i momenti di riflessione obbligata, ci permetta di ricordare che, per provocare il dovuto cambiamento interiore che permetta al mondo di prendere una piega diversa , meno materialistica e più a favore del dono e dell’attenzione ‘ai santi della porta accanto’, come ha detto Papa Francesco, ci vuole un’attenzione speciale alle Sincronicità che possiamo ricevere dallo Spirito, se Esso sente che siamo all’erta per riceverle.
Qualcuno ha ipotizzato che noi saremmo il virus e il virus sarebbe una reazione immunitaria del pianeta contro di noi. Forse ha ragione. In questo momento, attraverso i consigli forniti dalla tv, dalla rete, dai video inviati dalla gente amica, la nostra mente è ‘colonizzata’ dal virus, ed è un’incognita il modo in cui affronteremo il ritorno alla normalità, a una socialità che per forza non potrà essere la stessa di prima. Ma proviamo ad accettare questa nuova forma di stare nel mondo con spirito creativo e a pensare che lo Spirito ci pensa attraverso il richiamo ad essere diversi, meno superficiali e più aperti ai momenti di Sincronicità che Esso può farci arrivare per creare un mondo migliore. Un mondo dove il Silenzio non sia più obbligato dagli eventi esterni bensì scaturito dalla sacralità della Vita Una. Se riusciamo a modificare anche solo per un po’ le nostre vite, il ché vuol dire modificare anche il mondo che ci circonda, il Corona Virus non sarà venuto in vano.
Graziella Ricci
Pasqua: Miti, Leggende ed Esoterismo della Seconda Nascita
Molti sono gli studiosi dell’argomento che tratterò in questa mia relazione. Ognuno di essi ha fatto degli approfondimenti con studi storici circonstanziati. Ne anticipo i nomi per un giusto riconoscimento senza ripetermi ogni volta: Frazer, Depuis, Lang, Barth, il teosofo Williamson, Taylor. Attorno al tema centrale di un uomo divino, alla sua nascita, morte e resurrezione, convergono le dottrine di tutte le religioni. È interessante notare che la morte, comunque avvenuta, viene considerata generalmente come un sacrificio. Leggendo con attenzione il Vecchio Testamento si è colpiti dal fatto che non ne viene mai adeguatamente e razionalmente spiegata l’origine; sembra parte essenziale della religione, fatto universalmente riconosciuto. Anche nell’India antica si insisteva sulla necessità del sacrificio: il sacrificio fa sorgere e tramontare il sole, scorrere i fiumi in una o in un’altra direzione. In uno dei Veda, nel Tandy Brahmana, si legge: “Il Signore delle creature offrì se stesso in sacrificio agli dei”. Sottolineiamo subito che la Teosofia ci insegna una serena partecipazione all’evoluzione della natura accettando il dolore come espressione necessaria del karma. Il primo sacrificio sarebbe la Creazione del mondo. L’idea di questa creazione, o di parte di essa, dai frammenti di un essere antropomorfo è comune ai Caldei, agli Egizi, ai Greci e all’India antica. Il dio di ebrei e cristiani ha addirittura soffiato l’anima in un corpo di creta. Religioni più antiche hanno immagini più crude con mescolanze di sangue divino o con divinità decapitate. Queste leggende non sono scienza ma ci aiutano a capire la necessità di continuare le ricerche partendo da dove sono nate queste immagini per arrivare alla vera interpretazione. La verità, anche in leggende selvagge che sono solo forme pervertite della verità stessa, può essere intravista nelle leggende stesse: l’uomo, gli animali, tutti i regni della natura, hanno in sé una parte dell’essenza divina. Un altro aspetto che emerge è l’idea del sacrificio e che tutti i peccati accumulati da un popolo possono essere messi a carico del dio morente lasciando il popolo purificato e felice. Questo concetto di morte volontaria della vittima divina “che l’uomo dio muoia per il suo popolo e che la sua morte sia la vita del popolo stesso” è presente fin dai tempi antichi e lo vediamo anche nel Cristianesimo con il Redentore che dona se stesso. Nel Solstizio d’inverno, qualunque sia il nome dato agli dei, c’è sempre un concepimento immacolato e la data indica chiaramente l’origine solare del mito stesso. Altre somiglianze che andremo a individuare in riferimento alla morte e alla resurrezione del Dio, ci faranno capire che siamo in presenza di un mito mondiale, caratteristica comune di tutti i popoli sin dalle origini della razza umana e uno degli archetipi junghiani. Questa mitologia solare, necessaria per un insegnamento exoterico, era però solo un’espressione riduttiva di un più antico simbolismo cosmico esoterico al quale se ne aggiungeva un altro rappresentato dai riti di iniziazione. Si intrecciava quindi un simbolismo esoterico con quello solare exoterico e questo simbolismo si riferiva agli insegnamenti e alle cerimonie collegate all’equinozio di primavera.
L’intreccio esoterico-exoterico si vede anche nel fatto che viene assegnata la data dell’equinozio di primavera alla morte e alla resurrezione di un dio o l’uomo divino. Per il simbolismo solare sarebbe stato più appropriato commemorare la morte di un dio solare, per esempio nell’equinozio di autunno. Cercheremo quindi di enumerare le somiglianze esistenti nelle antiche religioni prima di parlare della seconda nascita. Vi sono strette somiglianze tra la storia della nascita e della vita di Krishna, il salvatore indù, e Cristo oltre che un parallelismo nella loro morte. È superfluo osservare che probabilmente nessuno dei salvatori del mondo morì veramente sulla croce, elemento sacro e simbolico alla base di queste immagini di morte. Krishna in questo senso può sembrare un’eccezione, in quanto venne ucciso dalla freccia di un cacciatore mentre era in meditazione sotto un albero. Ma il parallelismo riprende dopo la morte, quando viene rappresentato come disceso agli inferi, risorto e salito in cielo. Anche Visnù, chiamato Wittoba in un’altra reincarnazione, viene rappresentato crocefisso su una croce latina e, seppur non inchiodato, si intravvedono le stigmate dei chiodi, un foro nel costato e sulla testa una corona fatta a punta. La croce è un simbolo antico mentre la rappresentazione con le stigmate dei chiodi è posteriore. La forma più antica della croce è la figura del dio nella volta celeste con le braccia aperte in atto di benedizione. In quasi tutte le religioni il dio ucciso resuscita dalla morte o si reincarna immediatamente. Nell’antico Egitto Osiride viene ucciso dal suo nemico Tifone, il serpente del male che, a sua volta, viene distrutto da Oro, figlio e reincarnazione immediata di Osiride. Osiride diventa allora “signore della vita al di là della tomba e giudice di tutte le anime”. Come Osiride è il sole che tramonta, come Oro il sole che nasce. Sia Osiride sia Oro vengono rappresentati anche crocifissi con le braccia aperte nella volta del cielo. Come Osiride/Oro viene ucciso nella lotta con il serpente, ma resuscita come Oro/Osiride, per distruggere il serpente e regnare sul mondo della morte (del male!) così Gesù è messo a morte e resuscita per vincere il male. Osiride discende nel mondo dei morti, Cristo nell’Averno. Osiride diventa giudice delle anime, Cristo giudice dei vivi e dei morti. Tammuz/Adone in Babilonia e in Siria fu un altro salvatore. La sua morte era commemorata ogni anno ed egli veniva pianto come morto per tre giorni, poi risorgeva. Sembra che la data fosse il 25 marzo. I sacerdoti raccomandavano di aver fede nel Signore perché le sue pene avevano procurato la loro salvezza. A queste parole il popolo rispondeva: “Omaggio alla colomba che restituisce la pace”. È questo un primo riferimento alla colomba pasquale? Il culto di Adone veniva praticato anche dai popoli semiti della Siria; da qui i Greci lo introdussero in patria verso il V secolo a.C. Nella Fenicia sempre Adone (Adon significa Signore) veniva fatto morire e resuscitare in date diverse nelle diverse città, ma sempre in concomitanza con l’equinozio di primavera. A Biblo questa data veniva determinata quando il fiume Adonis assumeva un colore rosso, dovuto alla terra rossa trasportata dalle montagne con la pioggia, ma attribuito al sangue di Adone. Similmente in Siria si attribuiva, sempre in periodo pasquale, al sangue di Adone il colore dell’anemone in quel periodo. A Mitra, il salvatore persiano, era dedicata una festa della morte all’equinozio di primavera. Era nato in dicembre e in occasione della sua morte aveva una tomba sulla quale i discepoli si recavano a piangere.
Alla fine delle cerimonie funebri, sempre in periodo pasquale, i sacerdoti pronunciavano queste parole: “Rallegratevi, il vostro Dio è risorto dalla morte, le sue pene e le sue sofferenze saranno la vostra salvezza”. In concomitanza di queste celebrazioni c’erano 40 giorni di sacrifici e preghiere (la Quaresima cristiana?). Anche Prometeo fu un salvatore, anch’egli fu crocifisso. Considerato amico della razza umana, per la quale si sacrificò, secondo Eschilo venne inchiodato con le braccia distese sul monte Caucaso vicino al mar Caspio. Il dio Ati, adorato nella Frigia e chiamato “figlio unigenito e salvatore”, veniva rappresentato come un uomo legato a un albero con un agnello ai piedi e, in primavera, venivano commemorate la sua morte e la sua resurrezione. Bacco, altro dio solare, veniva messo a morte dai Titani e, come Osiride, tagliato a pezzi. Dopo un sonno di tre giorni nell’Ade, Giove ne rianimava il corpo e Pallade (non a caso la Sapienza!) gli riportava il cuore. La data sembrerebbe corrispondere al 25 marzo. Nel nord Europa Baldur, il dio bianco, muore, come Krishna, ucciso da una freccia di legno di vischio scoccata dal dio delle tenebre e rimane esanime per 40 giorni. Nell’antica fede celtica Baal è il dio della vita nell’oltretomba. Giudica e protegge le anime dei morti; anch’egli sembra morto e risorto dopo tre giorni diventando il signore della morte. In Sudamerica tra gli antichi popoli dello Yucatan il Salvatore era conosciuto con il nome di Bacab e, come Cristo, considerato quale seconda persona di una trinità. Viene rappresentato flagellato e coronato di spine, prima di essere messo con le braccia aperte su una trave di legno in una posizione simile al Crocefisso. Rimase morto per tre giorni e resuscitò per salire al cielo (siamo prima della scoperta dell’America!). In Messico il dio Quetzalcoatl fu crocifisso su una trave di legno con le braccia distese ucciso, si diceva, per l’ingratitudine di coloro che era venuto a salvare. A questo proposito Williamson, il nostro teosofo, cita banalmente “I manoscritti borgianici”, parlando di pitture messicane e di Bacab e Quetzalcoatl con le immagini della crocifissione. Evidentemente si era documentato nelle Biblioteche Vaticane. Noi dei Borgia conosciamo lotte per il potere e perversioni sessuali. Bisogna però aggiungere anche che il cardinale Stefano Borgia spese buona parte del patrimonio di famiglia per comperare manoscritti dal VI al XII secolo, forse prevalentemente per fare valutazioni sul Nuovo Testamento, ma acquistando anche quelle pitture messicane alle quali fa riferimento Williamson, come il Dio crocifisso, con segni di chiodi a mani e piedi, alla discesa all’inferno e alla resurrezione. Quetzacoatl era stato però ucciso con una freccia (come Krishna e Baldur) e le celebrazioni si tenevano sempre durante l’equinozio di primavera. Facciamo a questo punto alcune osservazioni sul simbolo della croce. Nell’arte cristiana per sei secoli manca l’immagine del Redentore crocifisso. La prima conosciuta è il crocifisso presentato da papa Gregorio Magno alla regina Teodolinda, conservato ora nella chiesa di San Giovanni a Monza. Anche nelle catacombe romane non si trovano immagini di crocifissione anteriori a quelle di san Giulio (VII/VIII secolo). La rappresentazione più antica di Gesù era l’agnello. Il simbolo della croce è antecedente di migliaia di anni alla nascita di Cristo ed era onorato in tutto il mondo conosciuto. In Egitto
essa era presente nelle mani della maggior parte delle statue divine, in India appariva scolpita sopra maestosi santuari. In tutte le sacre scritture la ritroviamo per lo più in forma di svastica. Sulle tombe egizie era un segno di rinascita, di vita attraverso la morte. In età successive fu portata dalle vergini Vestali romane e l’ansa con l’andar del tempo scomparve, passando così dalla svastica alla croce. Il sacro Tau, o croce ansata, era un emblema di Osiride, veniva chiamato “il segno della vita” e posto sul cuore come un amuleto: simboleggiava l’idea che nessuna cosa creata poteva essere distrutta e che morire significava soltanto assumere un’altra forma. Anche nel cristianesimo iniziale sembra aver avuto il significato di albero della vita e solo in seguito divenne simbolo di morte. Ma Roma e la cristianità, l’India e l’Egitto non sono stati i soli a venerare la croce. Si racconta che i Druidi tagliassero i rami laterali degli alberi e inchiodassero una trave in croce, intagliando sulla corteccia il Tao simbolo di vita. Anche tra le tribù indiane d’America si trovano croci fatte con alberi e nel Messico se ne scoprirono di gigantesche in pietra, simili ma molto più grandi di quelle della Scozia e dell’Irlanda. Anche in Messico la croce veniva chiamata “albero di vita”. Nella sua forma maltese in Babilonia, con la sua divinità Baal, la croce era il simbolo di Anu. Altri esempi: Cortez, arrivando nello Yucatan, trovò croci di pietra nel tempio del Dio del sole e della pioggia; sulle rovine di Palanque sopra la croce è posta una figura umana; persino sull’isola di Pasqua si trovarono croci scolpite sulle statue arcaiche; Schliemann durante la sua ricerca di Troia trovò delle croci; i templi-caverne di Ellora ed Elefanta, in Egitto, venivano scavati nella roccia in forma di croce e la stessa forma la troviamo anche nei templi di Benares in India. Le primitive croci buddhiste hanno foglie e fiori che spuntano dalle loro estremità, sottolineando così il concetto di donatori di vita. Sembra ormai provato che la croce debba essere riconosciuta tra i simboli più antichi della razza umana, da inserire negli archetipi junghiani. Riassumendo alcune delle più importanti rassomiglianze sulla morte e resurrezione del dio troviamo che Krishna, Osiride, Tamuz-Adone, Mitra, Api, Bacco, Dionisio, Baldur, Queatzcoatl e Gesù discendono tutti nelle regioni infernali e il periodo tra morte resurrezione è generalmente di tre giorni; la resurrezione avviene di regola all’equinozio di primavera o a pochi giorni di distanza. Miti, leggende e rituali religiosi hanno tutti un’origine comune: sono l’espressione simbolica di una ricerca della verità che accompagna l’uomo dalle origini e che ha avuto in tutti i tempi la sua espressione pratica negli studi esoterici e nei riti di iniziazione riservati a coloro che in tali studi avevano compiuti progressi reali ed erano quindi pronti per “la Seconda Nascita”. L’espressione “Seconda Nascita” può essere usato adeguatamente tanto per la prima quanto per l’ultima di tutte le iniziazioni. Queste cerimonie infatti, prese singolarmente o tutte assieme, possono essere chiamate “una Nuova Nascita” in quanto segnano l’ingresso in una nuova vita. Ogni progresso porta all’iniziazione successiva : sempre morte e rinascita. Solo la Teosofia offre una visione più ampia e dettagliata di quello che possiamo trovare nei testi esoterici delle filosofie orientali su questi diversi stati di coscienza che, quando raggiunti, aprono all’uomo nuovi orizzonti mentali e spirituali permettendogli di essere
sulla strada che porta al ricongiungimento con l’Uno, realtà che tutti dovranno raggiungere. Rimane l’obbligo di aiutare i fratelli più deboli per chi arriva prima, avendo raggiunto la completa coscienza dell’evoluzione spirituale inserita nelle leggi della natura. La storia dell’iniziazione è prima di tutto la storia del progresso dell’uomo verso la perfezione morale e questa deve essere raggiunta prima di poter passare all’ultima grande iniziazione : ogni rito è soltanto il segno, il suggello del progresso morale e spirituale conseguito per mezzo degli sforzi e delle lotte individuali. A uno dei primi stadi l’aspirante si trova costretto (noi oggi sappiamo che questo vale per ciascuno di noi dal momento in cui decide di percorrere la strada di un’evoluzione spirituale) a capire che non solo la coscienza connessa alla personalità è soltanto pura illusione, ma anche che l’individualità non può avere nessun interesse opposto a quello dei fratelli e che il vero progresso è legato all’aiutare il progresso degli altri. Fin dall’inizio per l’iniziato il movente delle sue azioni è destinato a diventare, seppur gradualmente e lentamente, sempre più una simpatia universale che nel tempo si trasformerà nel’amore che spinge ad aiutare coloro che sono in ritardo. All’iniziato del primo grado si insegna a vivere e a lavorare per gli altri, ad ampliare il più possibile la simpatia e l’amore per il prossimo. Non possiamo non vedere in questo l’importanza della fratellanza universale per il teosofo, anche se non ha ancora raggiunto lo sviluppo spirituale corrispondente al primo livello d’iniziazione. Quando, con il passare del tempo, l’iniziato avanza nella propria strada, questa simpatia diventa così intensa che, come viene detto nel Libro tibetano dei morti “il suo cuore è in ogni ferita”. Questo significa portare in sé i peccati e i dolori del mondo. Nella strada dell’iniziato a ogni sforzo si allargano i campi in cui egli può rendersi utile; a ogni gradino del sentiero egli acquista maggiori poteri per aiutare. Questo fino all’ultima iniziazione dove è in grado di spalancare le porte dell’iniziazione a chi ha aperto sufficientemente la propria mente nella strada dell’evoluzione spirituale. Nella rassomiglianza e talora nelle sovrapposizioni delle diverse religioni, nei riti e nei dogmi che abbiamo visto negli Egizi, Indiani, Messicani, Peruviani, Cristiani ecc. è evidente che questi erano solo raffigurazioni di una realtà comune, destinati a rappresentare lo sviluppo dell’animo umano, il progresso dell’umanità e le verità cosmiche ed eterne. Tale pervertimento del significato reale non avrebbe mai potuto aver luogo nell’ambito dei riti iniziatici, poiché tutti coloro che avevano il privilegio di partecipare a tali cerimonie erano ovviamente a conoscenza dei fatti che si nascondevano dietro alle immagini simboliche. Sono state evidentemente le religioni con la loro tendenza materializzante e indirizzate a tenere uniti uomini senza conoscenze specifiche ad aver contribuito alla confusione tra realtà esoteriche ed exoteriche, confusione forse voluta proprio dalle gerarchie religiose probabilmente per ambizioni di potere. La descrizione di un rito praticato in Egitto permette di capire il significato reale del concetto di morte, sepoltura e resurrezione. L’aspirante all’iniziazione, dopo aver superato le prove e le sofferenze necessarie alla purificazione, che servivano per simbolizzare il successo della lotta contro gli impulsi della sua natura inferiore, veniva ricevuto dallo Ierofante in mezzo al consesso degli iniziati e indotto in uno stato di trance profonda. Passava così nell’Ade dove doveva lottare con l’ultimo nemico (la morte).
La Teosofia ci spiega che, in altre parole, doveva acquisire l’esperienza necessaria per esprimersi in questo nuovo stato di coscienza vibratoria. Passava cioè attraverso ciò che nel rito egizio si chiamava “la prova della terra, dell’acqua, del fuoco e dell’aria”. Una spiegazione più completa la troviamo nel libro di Leadbeather sulla Massoneria, riferito in parte a una sua vita precedente in Egitto. L’iniziazione avveniva generalmente in un tempio sotterraneo o in una piramide, dove la luce del sole non arrivava. Al mattino del quarto giorno, quando il candidato doveva ritornare alla vita fisica, il suo corpo, ancora inanimato, veniva portato all’ingresso dove il primo raggio del sole nascente, simbolo dell’illuminazione spirituale della sua anima, rischiarava il suo volto mentre era ancora in stato di trance. Egli allora si svegliava e “risorgeva dalla morte” non più come “uomo fisico” ma come “uomo spirituale”. Il rito si celebrava nel giorno del plenilunio dopo l’equinozio di primavera probabilmente per ragioni connesse anche con l’aumento di energia vitale proveniente dai raggi del sole in questo periodo dell’anno e al loro supposto speciale potere in quanto riflessi dalla luna piena. I Cristiani celebrano la Pasqua la domenica seguente al plenilunio dopo l’equinozio di primavera, anche se nel rituale cristiano i tre giorni si riducono al tempo intercorso tra la sera del venerdì e la mattina della domenica. Queste dunque le origini di tutta la teoria sulla morte, sepoltura e resurrezione di un Salvatore, in pratica la storia del progresso dell’anima, la storia del trionfo del peccato sulla morte per un uomo e per tutti i suoi simili ripetuta in ogni epoca dal passato al presente.
Diego Fayenz
Inaugurazione nuovo anno e programma concerti
Dopo la pausa estiva, con il giorno 30 settembre ricominciano i nostri incontri in sede aperti al pubblico.
Per inaugurare un nuovo anno assieme, il Gruppo Teosofico Triestino ha organizzato un concertino per flauto e pianoforte, il primo di altri due incontri che si svolgeranno rispettivamente il giorno 7 ottobre (violoncello e contrabasso) e il giorno 14 ottobre (violoncello e pianoforte).
Lo scopo di questi concertini è creare uno stimolo
all’approfondimento dello studio teosofico valutando qualche semplice,
anche se momentaneo, contatto dentro di noi tra emozioni, pensieri e
Chakras.
Ogni nota dovrebbe corrispondere ad un Chakra (consideriamo anche questa una delle semplificazioni).
FA – Chakra radicale
SOL – Chakra splenico
DO – Chakra ombelicale
RE – Chakra cardiaco
LA – Chakra laringeo
MI – Chakra frontale
SI – Chakra coronarico
Valuteremo a fine concertino se qualcuno dei presenti ha provato
l’accentuazione o la riduzione di un’emozione, la comparsa di un
pensiero più concreto o più astratto/spirituale.
Per questo sono state scelte le note che corrispondono ai 4 Chakras ombelicale, cardiaco, laringeo e frontale.
Semplificando al massimo per spiegare, qualora si riesca a percepire
qualche corrispondenza, abbiamo scelto l’ombelicale che può, tra
l’altro, vivificare o fare entrare paure ed emozioni ( speriamo non di
sessualità o violenza, convinti che l’ambiente dell’esperimento e
valutando che i nostri Soci siano sufficientemente lontani da emozioni
esagerate).
Il Chakra cardiaco può, tra l’altro, aiutare a frenare
le emozioni (positive e negative) anche stimolate dalla nota precedente.
Qualcuno ha visto una corrispondenza tra il Chakra ombelicale ed il
Piano Astrale Inferiore, tra il cardiaco e l’Astrale superiore.
I
Chakras laringeo e frontale possono similmente trovare una
corrispondenza con il Piano Mentale Inferiore e Superiore, con il
pensiero concreto ed astratto altamente spirituale.
Solo l’idea di poter stimolare dentro di noi il Chakra frontale è una speranza (quasi sicuramente delusa) non una presunzione.
Lo scopo, come già detto, è quello di stimolare dentro di noi, anche
con risultati modestissimi, lo studio e l’approfondimento della Teosofia
senza dimenticare, come ha spiegato H.P.B. nella Dottrina Segreta che
non ci si può avvicinare alla ricerca esoterica senza aver ben chiare le
idee fondamentali (che non sono poche!) ed aver purificato il nostro
corpo ed i nostri pensieri.
Per esempio, dice H.P.B., bisogna ben
conoscere la differenza tra Kundalini cosmico ed umano : un errore in
questo campo può essere distruttivo quando non mortale.
Per capire
la piccolezza del nostro esperimento con note e Chakras e la prudenza
con cui dobbiamo affrontare il passaggio dalla teoria alla pratica
voglio ricordare che H.P.B. nell’ottavo volume della Dottrina segreta ci
spiega che quando saremo pronti per una vera ricerca spirituale
esoterica, ci verrà spiegato che tutti i 7 Chakras sono presenti nella
testa.
Qualsiasi piccolo aiuto nel nostro percorso individuale o nei Gruppi Teosofici è comunque utile per l’onestà dell’impegno.
Video Blog di Tim Boyd di giugno
E’ online il nuovo video del Presidente mondiale Tim Boyd, di seguito il link YouTube del video e la traduzione della nostra socia Renate Pedevilla.
Ciao a tutti, è un piacere essere di nuovo qui con voi per condividere alcune delle novità e quanto stiamo facendo ad Adyar e nel mondo teosofico. Questo è un periodo di grande fervore soprattutto da un punto di vista delle costruzioni, abbiamo iniziato a lavorare all’edificio che si chiama Leadbaeter Chambers’. E’ un lavoro che si protrarrà per almeno un anno, dobbiamo intervenire sulla struttura a causa delle molte inondazioni; l’edificio è fatto di cemento e acciaio, questa parte di lavori è iniziato; dopo l’esterno si passerà al vero intervento di ammodernarnamento. Vi farò vedere alcune di queste cose. Abbiamo anche iniziato a lavorare agli archivi: al momento gli archivi sono ricavati in uno spazio all’interno della biblioteca. L’intento è quello di dare contemporaneamente più importanza agli archivi trasferendoli lontanto dal fiume e portandoli quindi al Centro Ricerche in modo che siano associati e creino una ottima sinergia. Tutto questo è in fase di attuazione.
A metà giugno avremo anche l’apertura ufficiale della sessione scolastica della nostra nuova scuola teosofica ad Adyar, l’accademia teosofica di Adyar o ATA.
Iniziamo con l’asilo fino alla seconda elementare, ci auguriamo di crescere ogni anno e incrementare e gli scritti, abbiamo già delle domande di iscrizione per il prossimo anno; anche questa è una attività molto molto importante vi farò vedere qualcosa. Abbiamo affrontato alcuni aspetti a proposito di rinnovo e riqualificazione dell’edificio della Casa Editrice Teosofica, la cui attività è stata trasferita in un’altra area del campus, nell’edificio della Vasanta Press, e anche di questo vi mostrerò qualcosa. Insomma si sta lavorando molto ad Adyar.
Durante lo scorso anno la Società Teosofica Americana, ma anche la Società Teosofica Internazionale, ha perso un carissimo amico, John Kern che è morto nel gennaio di quest’anno. In aprile abbiamo fatto la celebrazione in memoria e quindi vedrete anche un piccolo clip. John ha servito la Società Teosofica per 53 anni in qualità di consigliere dell’attuale Fondazione, ha aiutato a mettere in pratica importanti risorse ed è stato fautore di alcuni progetti innovative ed interessanti nella Società Teosofica Americana. Una buona parte del mese di maggio l’ho trascorsa in Australia, ho visitato le varie sezioni e le sedi. Vi ricordo che l’Australia è una delle sezioni più antiche della ST, ha una quantità di risorse molto funzionali che applica, vi mostrerò un po’ anche di questo. Insomma è stato un periodo abbastanza impegnativo e durante il tour rivedrete alcuni dei nostri amici e compagni teosofi, vedrete cosa stanno facendo in giro per il mondo e noi ad Adyar.
In aprile si è svolto il
servizio funebre per John Kern che si è tenuto al museo di arte
contemporanea di Chicago, dove egli fu membro del consiglio di
amministrazione. John era un grande sostenitore dell’arte e sicuramente
anche un grande amico della Società Teosofica. Mi è stato chiesto di
tenere uno degli elogi funebri, questo è suo figlio Jay Kern che
attualmente è Presidente del Fondo di Investimento della Società
Teosofica, è subentrato a John. Anche lui era presente e ha condiviso
uno splendido ricordo di suo padre, sicuramente mancherà a molti di noi.
Subito
dopo il Memorial per John Kern sono andato ad Adyar dove sono stato
accolto dal Coro Leap Global Rhytm, il cui maestro è Shrinivas Krishnan;
è un coro che aveva già cantato per noi, un magnifico gruppo di
giovani il cui focus è la musica internazionale. Sono stati ospiti
della nostra convention un paio di anni fa e saranno di nuovo con noi
alla convention di Varanasi quest’anno.
Tutti
gli anni ad Adyar nel weekend di Pasqua si svolge la conferenza
dell’India del sud che adesso è conosciuta come la conferenza di Pasqua;
quest’anno hanno partecipanto più di 100 membri, provenienti non solo
dal sud ma anche da tutta l’India. Si sono ritrovati qui al Blavatsky
Bungalow che è diventato il centro delle attività in quei giorni. Un
ottimo ciclo di conferenze, con interventi dei relatori provenienti da
tutta l’India ma anche della tesoriera internazinale Nancy Seacrest e
della segretaria internazionale Marja Artamaa.
Il
quartier generale della nostra casa editrice, che era in in questo
edificio, è stato spostato nelle nuove sale della Vasanta Press, che
abbiamo rimodernato e riqualificato per ospitare gli uffici della casa
editrice, ora hanno una bellissima sede per la nuova fase delle
operazioni editoriali.La casa editrice è stata trasferita per
fare posto ad una recente iniziativa che abbiamo lanciato alla Società
Teosofica: una nuova scuola che si chiama Adyar Theosophical Academy,
ATA, che occuperà quindi questo edificio dopo alcuni interventi di
rinnovo. Avere una vera scuola teosofica è un sogno che abbiamo
coltivato per molto tempo, cioè non solo un’istituzione che possa
assicurare un’eccellente educazione, come sarà questa scuola per
l’appunto, ma anche offrire agli studenti il beneficio dei principi
teosofici in un modo pratico, per aiutarli a sviluppare il loro
carattere da giovani e il loro impatto futuro nel mondo.
Da
Adyar sono andato poi in Australia per un tour che è iniziato a
Melbourne, o come dicono loro “Melbone”, bellissima città, dove la ST è
attiva da moltissimo tempo. Questo edificio è la loro sede, si trova in
centro città. La vecchia sede è invecee in quella che è ora la via più
alla moda per lo shopping, eccola, da anni ormai è stata traferita e qui
ora c’è addirittura Ralph Lauren. Il gruppo teosofico ha venduto
l’edificio esistente e si è traferito in questi uffici, una location che
rappresenta un livello superiore per loro, uffici spaziosi sempre in
centro città, in questo momento stiamo facendo una visita, discutendo
su come dividere e occupare gli spazi, in che modo usarli per renderli
più fruibili al pubblico in futuro. Una grande opportunità per il gruppo
di Melbourne, che è un bellissimo gruppo davvero. Da Melbourne siamo
andati a Sydney, la capitale e la sede della società nazionale
australiana, quindi ho potuto visitare la loro sede, incontrare i membri
tra cui la Presidente Linda Olivera, la segretaria generale Dara
Tattrey e Pedro Olivera, hanno degli uffici bellissimi dove anche loro
si sono trasferiti recentemente. Ho potuto visitare la loro sede e
parlare con loro di diversi progetti che stanno portando avanti in
Australia, ho incontrato anche i gruppi al Blavatsky Lodge, che è un
posto molto bello. L’Australia ha davvero molte potenzialità e molte
risorse che sono state incrementate negli anni. Mentre ero a
Sydney ho avuto un paio di incontri al Blavatsky Lodge, uno pubblico e
uno riservato ai membri. Una sede molto bella, che è in uso da diversi
anni ormai, c’è stata una notevole partecipazione ed è un gruppo molto
attivo quello di Sydney.Mentre eravamo li abbiamo potuto
visitare l’edificio che si chiama The Manor (la residenza) che per il
mondo teosofico è importante, ricco di storia. Tutto è iniziato come
comunità di teosofi nel 1920 e ha ospitato personalità come Annie
Besant, CW Leadbeater ha vissuto qui ed è in seguito diventato Centro
Teosofico grazie al lavoro svolto. Durante gli anni 60, per circa una
ventina di anni, qualcuno qui possedeva una macchina fotografica che si
chiama Brownie (sono delle macchine fotografiche di poco costo) e ha
tenuto una accurata documentazione fotografica degli ospiti che sono
passati di qua. Qui per esempio vedete e Felix e Eugene Leighton. Nel
pianterreno c’è una bellissima cappella della Chiesa Cattolica
liberale. Negli ultimi trent’anni la signora Diane Kenaston ha vissuto
lì e lavorato come manager residente della sede. E’ una bellissima
location con una storia ricca, ci sono queste ampie verande e il terreno
che pian piano degrada verso la baia.
Da
Sidney siamo andati a Launceston, in Tasmania, mi raccomando non
“Lonston” ma “Lonceston” per un meeting annuale che tengono presso il
sede locale, centro per i ritiri, un bellissimo gruppo di persone attivo
che si incontra da tantissimi anni. Anche qui il centro, la sede
centrale è in fase di transizione nel senso che andranno in una nuova
location. Da Launceston o Lani siamo andati a Brisbane per una serie di
meetings e dove tra l’altro abbiamo avuto l’occasione di visitare la
riserva che si chiama Lone Pine Koala Sanctuary, questo koala è
sicuramente in buona compagnia, come lo è stato con Papa Giovanni Paolo e
altri personaggi che potete riconoscere. Abbiamo potuto vedere anche
alcuni canguri per cui l’Australia è certamente famosa.La ST
di Brisbane possiede questo edificio storico che è appena fuori dal
centro, c’è una bellissima biblioteca, loro sono in questa sede da
moltissimi anni.Ho fatto una serie di incontri qui, molto
interessanti, ho avuto l’occasione di incontrare alcuni dei membri e
dialogare con loro, che è sempre una cosa positiva.
Lo stop seguente è stato Adelaide, che è una delle sedi più antiche. l’atto costitutivo è stato firmato nel
1895 da Henry Steel Olcott. Anche loro possiedono una sede molto
graziosa appena fuori dal centro città con una libreria, siamo stati
accolti da Kevin Davey che è il presidente in carica, ho potuto
incontrare Bev Champion, past president della seziona australiana.
Di nuovo una notevole quantità di incontri dove tra l’altro ho potuto
confrontarmi anche con il comitato esecutivo della loggia. Il
nostro ultimo stop è stato nel selvaggio West, a Perth, dove c’è un
gruppo molto attivo. A dire la verità questo è il unico posto che avevo
già visitato precedentemente in Australia quando si è tenuta la
convention un paio d’anni fa. Una bella scaletta di interventi, di meeting, ottimo lavoro anche quello che viene fatto a Perth.
A
fine aprile abbiamo iniziato a lavorare all’edificio che si chiama
Leadbeater Chambers: si tratta di un progetto di ristrutturazione
completa dell’edificio, recupero e lavoro strutturale all’esterno. Qui
vedete che stanno sistemando delle impalcature, lavoro che continua. Si
è iniziato l’esterno, sarà un intervento di rinnovo completo e per
darvi un’idea della portata dei lavori, qui c’è un breve video.
Leadbeater
Chambers, che conosciamo anche come LBC, è la guesthouse più grande del
campus di Adyar, vi alloggiano soprattutto ospiti occidentali. Questo
edificio storico ha più di 100 anni e a causa di problemi strutturali
del cemento armato ha bisogno di un intervento urgente di restauro
totale e per rendere la struttura fruibile secondo gli standard attuali è
necessaria anche una modernizzazione.Allo stato attuale
Leadbeater Chambers è un bellissimo edificio in stile coloniale di tre
piani, con grandi verande e camere spaziose.
L’aspetto
esterno non verrà sostanzialmente toccato, perchè il grosso del lavoro
riguarderà l’interno dove le opere di modernizzazione sono inevitabili.Queste
tre scale nella parte posteriore dell’edificio, che non sono mai state
veramente funzionali, verranno tolte e gli spazi trasformati in nuovi
bagni e minicucine per le camere che vengono rinnovate sulla parte
posteriore dell’edificio. La maggior parte delle camere
grandi verranno divise in due più piccole, creando così camere per due
persone. Alcune camere grandi saranno mantenute ma verrà aggiunto il
bagno e questo soprattutto per facilitare gli ospiti che preferiscono
stare in quattro in una camera.Questi cambiamenti saranno
fatti su tutti e tre i piani; gli arredamenti che sono antichi saranno
rimessi a nuovo e per completare la decorazione delle camere saranno
necessari degli arredi nuovi. Le nuove scale di sicurezza saranno
costruite alle due estremità dell’edificio e anche se in questa
presentazione non si vede, l’obiettivo è rendere questo edificio
ecologico: avrà pannelli solari per l’elettricità, le ciserne
dell’acqua calda per le docce saranno sul tetto, e le acque di scarico
dei bagni saranno trattate e riutilizzate.Come si vede chiaramente l’aspetto esterno della edificio non cambierà di molto.(puoi renderti partecipe dei restauri sponsorizzando una camera a tuo nome per soli 5.000 dollari o 4.500 euro o 400mila rupie)